Khartoum (Agenzia Fides)- Timidi spiragli di pace nella crisi del Darfur. Nella tarda serata di ieri, 1° settembre, il governo sudanese e i ribelli della regione occidentale del Sudan hanno raggiunto un accordo per proteggere l’oltre un milione e 200mila persone costrette a fuggire dalle loro villaggi a cause della violenza. È un primo risultato dei colloqui di pace in corso da più di una settimana ad Abuja (Nigeria) tra rappresentati del governo e quelli dei due movimenti ribelli che agiscono nella regione.
Nel frattempo le Nazione Unite hanno affermato che il governo sudanese non ha adempiuto alle raccomandazioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che minacciava sanzioni se entro il 30 agosto, non cessavano le violenze contro la popolazione del Darfur. “Dopo 18 mesi di conflitto e 30 giorni dall'approvazione della risoluzione 1555, il governo sudanese non e' stato in grado di risolvere la crisi nel Darfur e non ha rispettato gli impegni presi” ha affermato il Segretario Generale dell’ONU, Kofi Annan. Nonostante il verdetto delle Nazioni Unite, la comunità internazionale si mostra prudente nell’adottare sanzioni immediate nei confronti di Khartoum. Il Segretario di Stato statunitense, Colin Powell, ha affermato che è ancora troppo presto per discutere di possibili sanzioni, ma che “nonostante si siano visti alcuni progressi sul terreno, dobbiamo mantenere la pressione sul governo sudanese”.
Nel frattempo sono stati liberati 22 operatori umanitari che erano stati rapiti nella regione negli scorsi giorni. I rischi per gli operatori umanitari però continuano: un lavoratore della Caritas Internationalis è stato ferito da un uomo che lo ha colpito con un colpi da fuoco mentre si apprestava a distribuire viveri e medicinali in un campo nella regione. (L.M.) (Agenzia Fides 2/9/2004 righe 27 parole 320)