AFRICA/SUDAN - Il governo di Khartoum respinge la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che minaccia sanzioni se non si fermeranno le violenze nel Darfur

sabato, 31 luglio 2004

Khartoum (Agenzia Fides)- Il Sudan ha respinto ieri, 30 luglio, la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in cui si minacciano sanzioni economiche se il governo di Khartum mon interverrà per mettere immediatamente fine alle violenze nella regione del Darfur.
“Il Sudan esprime il proprio profondo rincrescimento per il fatto che la questione Darfur abbia raggiunto a tale velocità il Consiglio di sicurezza svincolandola dal suo contesto regionale”, ha dichiarato alla stampa internazionale il ministro dell'informazione Al Zahawi Ibrahim Malik. Il ministro ha affermato che il Consiglio di sicurezza ha intenzionalmente ignorato gli sforzi di Khartoum, dell'Unione Africana e della Lega Araba per risolvere la crisi.
Dopo la Gran Bretagna, anche la Francia sta valutando la possibilità di inviare propri reparti militari nel Darfur. Il Presidente francese, Jacques Chirac, ha infatti ordinato la mobilitazione a fini umanitari dei mezzi militari francesi posizionati in Ciad, per far fronte all’aggravarsi della situazione umanitaria in Darfur. In un comunicato, la Presidenza francese ha reso noto che il ministero della difesa ha preso misure al fine di completare “il dispositivo d'osservazione già disposto in Ciad”.
Nel frattempo, “procedono a ritmo serrato e con successo le operazioni dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per il trasferimento di rifugiati sudanesi, originari del Darfur, dalla zona di confine nel Ciad orientale” si legge in un comunicato pervenuto all’Agenzia Fides. “La maggioranza degli oltre 142.000 rifugiati che sono stati trasferiti dalla zona di confine nei nove campi all’intero del Ciad, ha viaggiato con convogli UNHCR, mentre altri rifugiati, stimati in un numero di quasi 20.000, hanno raggiunto autonomamente il campo di Breidjing e la zona di Am Nabak” si afferma nel comunicato.
La mancanza di approvvigionamento idrico sufficiente rappresenta uno dei maggiori ostacoli nelle operazioni di intervento per il sostegno dei rifugiati in Ciad. Per questo motivo l’UNHCR si sta avvalendo delle tecnologie più avanzate per reperire fonti nelle zone dove sono concentrati i rifugiati. “Un’indagine sul territorio appena conclusa utilizzando le ultime tecnologie per reperire sorgenti nascoste di acqua in Ciad orientale, ha dato risultati positivi, che potrebbero contribuire alla risoluzione dei problemi di carenza idrica” afferma il comunicato dell’UNHCR, che precisa: “l’indagine pilota è stata condotta utilizzando sistemi tecnologici che non erano mai stati applicati prima in operazioni di emergenza umanitaria, per identificare le potenziali sorgenti idriche nascoste nella zona desertica del Ciad orientale. Durante lo studio sono stati utilizzati il radar, immagini ottiche da satellite e immagini tridimensionali prese dallo Space Shuttle statunitense, per campionare una zona di 2250 km quadrati di estensione”.
“La combinazione di questi dati ha reso possibile all'UNHCR l'identificazione di aree ad alto potenziale per la raccolta di acqua piovana. Una missione di tre settimane per la valutazione dell'accuratezza di questa tecnologia delle immagini è appena terminata, mostrando risultati positivi. Ogni volta che sono stati scavati pozzi o sonde nelle località indicate dall'indagine, sono emerse significative quantità d'acqua” conclude il comunicato dell’UNHCR. (L.M.) (Agenzia Fides 31/7/2004 righe 43 parole 515)


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