Kinshasa (Agenzia Fides)- La seconda guerra congolese (1998-2003) ha particolarmente colpito le regione orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Tra queste vi è il Kasai Orientale nel sud-est della RDC, dove negli ultimi anni, migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case. Si tratta di almeno 200 famiglie, le cui abitazioni sono state distrutte e i cui campi sono stati bruciati.
Di fronte a questa situazione, la Caritas della diocesi di Mbujimayi ha avviato diversi progetti di assistenza per integrare i profughi e gli sfollati. Secondo quanto riporta l’Agenzia cattolica congolese DIA, nella fase acuta della crisi, la Caritas ha fornito cibo e cure mediche d’emergenza agli sfollati.
Gli attuali programmi della Caritas- Mbujimayi sono rivolti sia alle zone urbane sia a quelle rurali. In queste ultime zone, sono stati avviati in 5 località alcuni programmi di reintegrazioni sociali che prevedono la distribuzione di sementi e aratri, acquistati grazie al contributo dell’Unione Europea. I capi tradizionali e altri proprietari terrieri sono stati sollecitati a cedere terreni a favore delle persone che devono essere ricollocate nei villaggi. In genere, gli sfollati sono bene accolti nei villaggi dove vengono inseriti. I capi tradizionali e quelli politici e amministrativi affermano che i nuovi venuti apportano un contributo positivo alla produzione agricola, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. In queste zone, Caritas- Mbujimayi sta progettando la costruzione di scuole e dispensari.
Nella città di Mbujimayi, nella fase più acuta della crisi, la Caritas locale ha provveduto a distribuire cibo. In seguito, finita la guerra, si sta distribuendo ai bambini delle famiglie sfollate materiale scolastico donato da Cordaid (organizzazione cattolica olandese).
La guerra ha però lasciato ferite profonda in città. La povertà e la mancanza di lavoro hanno provocato una recrudescenza della prostituzione e un aumento sensibile dei bambini di strada. La Caritas sta quindi valutando, insieme ad alcune Organizzazioni Non Governative, alcuni progetti per far fronte a questa drammatica situazione. Caritas- Mbujimayi ha avviato alcune attività commerciali da far gestire agli sfollati, come panetterie e falegnamerie. Nelle parrocchie, sono stati avviati microcrediti per iniziare piccole imprese. Grazie a questi sforzi, l’80% dei rifugiati sono ora autonomi e parte attiva della società.
La Caritas- Mbujimayi ha inviato generi di prima necessità e proprio personale in supporto alla Caritas diocesana di Luebo che sta assistendo circa 10mila congolesi espulsi dall’Angola (vedi Fides 21 e 26 aprile 2004). (L.M.) (Agenzia Fides 30/7/2004 righe 35 parole 416)