Bukavu (Agenzia Fides)-“Abbiamo la calma, per ora, ma quanto durerà?” si chiedono osservatori locali da Bukavu, capoluogo del sud Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, raggiunti telefonicamente dall’Agenzia Fides. “Continuano a giungere infatti rumori e voci di combattimenti lungo la strada che conduce verso Goma, nel nord Kivu” affermano le nostre fonti. A Goma sono concentrati i capi della fazione più dura e intransigente del RCD Goma (Unione Congolese per la Democrazia), il principale gruppo di guerriglia della regione, composto in gran parte da Banyamulenge, Tutsi di origine rwandese che da decenni sono insediati nel nord e sud Kivu.
L’RCD Goma ha accettato di partecipare al processo di pace e di unificazione nazionale: i suoi soldati devono essere integrati nel nuovo esercito congolese nato dalla fusione dei diversi gruppi armati che si sono affrontati nella guerra civile del 1998-2003; e i suoi rappresentanti siedono nel governo e nel Parlamento di transizione. All’interno del movimento, però, vi sono ancora tendenze estremiste che rischiano di minare il processo di pace.
“Se falliscono gli sforzi di mediazione, quasi certamente la parola passerà alle armi” affermano le nostre fonti. Proprio per il timore di nuove violenze, secondo fonti di stampa internazionale, alcune migliaia di civili stanno lasciando Goma per rifugiarsi nel vicino Rwanda o in altre zone del Congo. “Abbiamo avuto notizia che sono stati reclutati mercenari sudafricani per dare man forte al RCD” dicono le fonti di Fides. “ “Abbiamo l’impressione che tutte le parti si stanno preparando alla guerra, nel caso fallisca l’accordo di pace del 2003 che prevede lo svolgimento di libere elezioni nel 2005. La comunità internazionale deve vigilare perché non scoppi una nuova guerra congolese” concludono le nostre fonti. (L.M.) (Agenzia Fides 27/7/2004 righe 26 parole 302)