Freetown (Agenzia Fides)- “Il vero problema della Sierra Leone è la mancanza di lavoro. La droga è uno dei problemi, ma non è quello principale”dice all’Agenzia Fides p. Giuseppe Berton, missionario saveriano, da Freetown, capitale della Sierra Leone. Sono passati due anni da quando il governo sierraleonese ha stabilito la National Drug Control Agency, l’agenzia nazionale antidroga. “Si è trattato certamente di un passo importante per cercare di contenere il fenomeno” dice p. Berton. “Le droghe più usate sono di produzione locale, soprattutto canape indiana e marijuana. Alcuni tipi di droga stimolanti sono presenti da sempre nella tradizione locale, perché aiutano a sopportare la fame e la fatica, un po’ come le foglie di cocaina nei paesi andini”.
“L’intensificazione del consumo di sostanze stupefacenti è iniziato già prima della guerra civile degli anni ’90, soprattutto da parte dei giovani che abbandonavano le campagne per cercare fortuna nelle città” racconta p. Berton. “Durante la guerra civile i combattenti si drogavano, ma il consumo di droghe non aveva raggiunto il livello odierno”.
“Con la pace, ora vi sono migliaia e migliaia di giovani disoccupati. È chiaro che una parte di loro cade vittima della tentazione di drogarsi. Il vero problema è comunque la disoccupazione” prosegue il missionario. “Il settore primario rimane l’agricoltura e i giovani non vogliono tornare nei campi. Ritornare nelle campagne significa infatti, fare un lavoro ingrato ed essere sottomessi al padre-padrone. I giovani preferiscono rimanere in città sia pure conducendo una vita di stenti”.
“È una situazione insostenibile. Si pensi che Freetown ha una popolazione di oltre 2 milioni di abitanti, quando 15 anni fa ne aveva solo poche centinaia di migliaia. Bisogna promuovere una trasformazione economica per creare posti di lavoro alternativi all’agricoltura, e nello stesso tempo riformare il sistema agricolo per superare le colture di sussistenza” conclude p. Berton. (L.M.) (Agenzia Fides 15/7/2004 righe 27 parole 335)