Fides News - Italianhttps://www.fides.org/Le notizie dell'Agenzia FidesitI contenuti del sito sono pubblicati con Licenza Creative Commons.AFRICA/BENIN - Nomina del Rettore del Seminario Maggiore Teologico Nazionale Saint-Gall di Ouidahhttps://www.fides.org/it/news/74999-AFRICA_BENIN_Nomina_del_Rettore_del_Seminario_Maggiore_Teologico_Nazionale_Saint_Gall_di_Ouidahhttps://www.fides.org/it/news/74999-AFRICA_BENIN_Nomina_del_Rettore_del_Seminario_Maggiore_Teologico_Nazionale_Saint_Gall_di_OuidahCittà del Vaticano - Il Card. Luis Antonio G. Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, il 31 agosto 2023 ha nominato Rettore del Seminario Maggiore Teologico Nazionale Saint-Gall di Ouidah don Bertrand Djossou del clero di Lokossa. Don Djossou ha 47 anni di età e 18 di sacerdozio. Ha studiato rispettivamente nel Seminario Minore Saint Paul di Djimé e nel Seminario Minore Notre Dame de Fatima di Parakou , poi, dopo un anno di spiritualità presso il Seminario Propedeutico di Missérété , ha conseguito il ciclo Filosofico presso il Seminario Maggiore di Saint-Gall di Ouidah e, superato l'anno di tirocinio pastorale , quello Teologico presso il medesimo Seminario . Ha un Dottorato in Diritto Canonico, ottenuto presso la Pontificia Università Urbaniana a Roma . Ha ricoperto vari incarichi: Vicario Parrocchiale della Parrocchia Saint Bernard di Sé , Segretario amministrativo della Conferenza Episcopale del Benin , Cappellano del Collegio cattolico di Comé , Vicario Parrocchiale di Saint Jean di Bastia, in Francia , Parroco ad interim nella Diocesi di Ajaccio, in Francia e, dal 2022 è Formatore residente e docente di Diritto Canonico nel Seminario Maggiore Saint-Gall di Ouidah.<br /> Sat, 18 May 2024 11:01:28 +0200ASIA/PAKISTAN - A Mariamabad, la "Città di Maria", una nuova casa per la Verginehttps://www.fides.org/it/news/74997-ASIA_PAKISTAN_A_Mariamabad_la_Citta_di_Maria_una_nuova_casa_per_la_Verginehttps://www.fides.org/it/news/74997-ASIA_PAKISTAN_A_Mariamabad_la_Citta_di_Maria_una_nuova_casa_per_la_VergineLahore - Nostra Signore della misericordia, la Vergine Maria venerata a Mariamabad, nell'Arcidiocesi di Lahore, avrà una nuova "grotta mariana", dove i fedeli potranno recarsi a pregare davanti alla statua mariana, ispirata alla grotta e alla Madonna di Lourdes. L'Arcivescovo di Lahore, Sebastian Francis Shaw, ha posto la prima pietra per la costruzione della grotta il 13 maggio scorso, presso il santuario mariano nazionale di Mariamabad. <br />In quel piccolo villaggio nel cuore del Punjab, già alla fine del 1800 i missionari francescani vollero costruire un luogo consacrato alla Madonna. Da allora Mariamabad è uno dei santuari mariani più frequentati del Pakistan, meta di pellegrinaggi, visitato dai fedeli cristiani e musulmani che vogliono affidarsi e chiedono grazie alla Vergine. Nel villaggio di Mariamabad, che accoglieva famiglia cattoliche, i missionari cappuccini belgi costruirono una grotta ispirata alla Madonna di Lourdes e una chiesa, oggi santuario nazionale. Vi si svolge un grande pellegrinaggio in occasione della festa della natività di Maria l'8 settembre, in una tre giorni che vede accorrere centinaia di migliaia di persone da tutta la nazione. <br />Alla cerimonia di posa della prima pietra erano presenti gli abitanti di Mariamabad, sacerdoti e religiosi, p. Tariq George, il rettore del santuario ed esponenti delle autorità civili. <br />Nella nuova, ampia struttura in costruzione, adeguata al grande flusso di gente, "i pellegrini potranno sostare, pregare, chiedere grazie, e questo aiuterà ad approfondire la fede e la devozione alla Vergine", ha detto il rettore. "Sarà un faro di ispirazione e speranza per tutti coloro che lo visiteranno, un luogo che sia esteticamente bello e spiritualmente nutriente". <br />"L'abbondanza di benedizioni - rileva "The Catholic Lahore focus", la newsletter dell'Arcidiocesi - è testimoniata anche dalla recente consacrazione di due nuove cappelle cattoliche una casa per catechisti nella parrocchia di San Rocco a Pasrur". L'Arcivescovo Shaw, in visita nella parrocchia, ha celebrato due messe per consacrare gli edifici di culto, accolto con gratitudine e gioia dalla popolazione locale, felice di poter disporre dei nuovi "luoghi sacri di fede e comunità". La prima cappella è la intitolata a San Vincenzo, e si trova nel villaggio di Kotli Haji Pura; la seconda è la chiesa di Sant'Agostino nel villaggio di Chovinda. Parlando ai l'Arcivescovo Shaw ha sottolineato l' importanza di coltivare la fede e la vita spirituale non solo nella liturgia in chiesa ma in ogni momento della vita quotidiana. <br /> Sat, 18 May 2024 10:03:18 +0200ASIA/BAHARAIN - Tante famiglie e ragazzi: il cuore della comunità cattolica Syro-Malankarese in rapida ascesa in Bahrainhttps://www.fides.org/it/news/74995-ASIA_BAHARAIN_Tante_famiglie_e_ragazzi_il_cuore_della_comunita_cattolica_Syro_Malankarese_in_rapida_ascesa_in_Bahrainhttps://www.fides.org/it/news/74995-ASIA_BAHARAIN_Tante_famiglie_e_ragazzi_il_cuore_della_comunita_cattolica_Syro_Malankarese_in_rapida_ascesa_in_Bahraindi Antonella Prenna<br /><br />Manama – “Oltre 1000 fedeli, tra i quali un centinaio di giovani e 100 studenti di catechismo, costituiscono il cuore della comunità cattolica siro-malankarese in Bahrain. Si tratta di una di quelle in più rapida ascesa nel Medio Oriente”. In un incontro con l’Agenzia Fides, p. Jacob Kalluvila, Direttore Spirituale della comunità Cattolica Syro-Malankarese in Bahrain, mette in luce i punti salienti della lunga tradizione cattolica malankarese e l’attuale contesto bahrenita.<br /><br />“La comunità cattolica siro-malankarese in Bahrain è molto vivace e dipende dalla parrocchia del Sacro Cuore di Manama. Molti dei nostri parrocchiani sono emigrati dal Kerala verso i paesi del Golfo in cerca di migliori opportunità di lavoro – spiega il sacerdote originario dell’arcidiocesi maggiore di Trivandrum della Chiesa cattolica siro-malankarese. Desiderosi di realizzare la propria identità anche in contesti avversi, per quanto riguarda la vita liturgica negli anni passati hanno praticato la preghiera personale e comune con quello che avevano a disposizione.”<br /><br />Attualmente, con l’arrivo di p. Jacob, primo sacerdote permanente della comunità malankarese in Bahrain, nominato dal Vicario Apostolico di Arabia del nord, vescovo Aldo Berardi, O.SS.T., da cui dipende, i punti forti sui quali sis ta lavorando comprendono la formazione spirituale dei fedeli, la cura pastorale dei giovani e quella dei bambini.<br /><br />“Ovunque si trovino, i fedeli cattolici malankaresi sono desiderosi di vivere il loro patrimonio spirituale e liturgico. Attualmente ci sono 7 settori di preghiera in diverse aree del Bahrain, che ne includono uno separato per la comunità di lingua tamil. Questi gruppi svolgono un ruolo fondamentale nella formazione spirituale delle persone come pure la preghiera familiare che include sia quella canonica della chiesa, che la lettura della Sacra Scrittura, canti particolari – racconta il sacerdote. Ogni secondo e quarto venerdì e sabato del mese celebriamo la Santa Messa secondo il rito malankarese; i fedeli partecipano anche alle celebrazioni in lingua malayalam e inglese nella SHC a Manama, e nella cattedrale di Nostra Signora d'Arabia ad Awali”.<br /><br />“E’ stato particolarmente emozionante prendere parte con l’intera comunità siro-malankarese alle celebrazioni della Settimana Santa celebrata lo scorso marzo – racconta il sacerdote. Un momento nel quale ci siamo ritrovati tutti insieme con la comunità cattolica del Vicariato Apostolico di Arabia del nord per la messa della Domenica delle Palme e quella Crismale, presiedute entrambe dal vescovo Berardi nella Cattedrale di OLA ad Awali”. <br /><br />“La Messa Crismale, durante la quale vengono benedetti anche l'olio dei catecumeni e l'olio degli infermi, ha avuto ulteriore rilevanza – aggiunge p. Kalluvila. Per la prima volta in assoluto ai ministranti malankaresi è stata data l'opportunità di servire sull'altare per una messa crismale e gli è stato permesso di utilizzare i propri paramenti. Anche di questo siamo profondamente grati al Vescovo per la sua amorevole cura e considerazione nei confronti della nostra comunità.”<br /><br />Le liturgie malankaresi del triduo pasquale, sono state celabrate da p. Jacob alla presenza di oltre mille partecipanti nella St. Padre Pio Social Hall della Sacred Heart Church di Manama.<br /><br />Un occhio particolare viene riservato alle generazioni future. “Già nel 2015, era stato lanciato un corso di orientamento liturgico cattolico malankarese per bambini che offre corsi motivazionali, seminari, formazione per il servizio all’altare e per la prima Comunione. Attualmente sono più di 100 gli studenti e 16 gli insegnanti. Durante il periodo delle vacanze vengono organizzati speciali corsi di orientamento biblico per gli studenti del catechismo.”<br /><br />In merito alla formazione dei giovani, orgogliosi di dimostrare l’etica della loro Chiesa madre il Movimento giovanile cattolico malankarese , fondato in Bahrain nel 2010, raggruppa un centinaio di ragazzi e si concentra sul loro progresso nella Chiesa e nella società. Il MCYM, di cui p. Jacob è direttore regionale, è particolarmente concentrato sull'empowerment dei giovani e su attività di supporto che forniscono loro alloggi, assistenza medica, aiuti per l'istruzione, campi di lavoro, ecc. <br /><br />In Bahrain la Chiesa latina ha un ruolo vitale nella crescita della comunità cattolica malankarese e sin dagli inizi si è mostrata disponibile a soddisfare i bisogni spirituali e la cura pastorale dei fedeli cattolici che dipendevano principalmente dalla chiesa del SHC di Manama. Con un accordo tra l’arcivescovo maggiore di Trivandrum dei siro-malankaresi, cardinale Baselios Cleemis e il Vicario Apostolico Aldo Berardi, p. Kalluvila è il primo sacerdote permanente per la comunità malankarese in Bahrain, in missione presso la SHC di Manama. L’auspicio è che con l’arrivo del primo sacerdote permanente la comunità cattolica siro-malankarese si rafforzerà e continuerà a crescere nella fede. P. Jacob, ordinato il 2 febbraio 2013, ha prestato servizio a Trivandrum come parroco in diverse parrocchie, direttore regionale del Movimento giovanile cattolico malankarese, direttore regionale della formazione alla fede dei bambini. <br /><br />Fu nell’ottobre del 1988 che, con la visita in Bahrain del defunto arcivescovo Benedict Mar Gregorios, allora capo della Chiesa cattolica siro-malankarese, venne celebrata la prima Santa Messa con la liturgia malankarese nella SHC a Manama. Negli anni si sono susseguiti molti sacerdoti provenienti da diverse diocesi.<br /><br /><br />Sat, 18 May 2024 17:07:38 +0200OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Nomina dell’Arcivescovo Coadiutore di Mount Hagenhttps://www.fides.org/it/news/75001-OCEANIA_PAPUA_NUOVA_GUINEA_Nomina_dell_Arcivescovo_Coadiutore_di_Mount_Hagenhttps://www.fides.org/it/news/75001-OCEANIA_PAPUA_NUOVA_GUINEA_Nomina_dell_Arcivescovo_Coadiutore_di_Mount_HagenCittà del Vaticano - Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Coadiutore dell’Arcidiocesi Metropolitana di Mount Hagen il Rev.do Clement Papa, finora Direttore ad interim dell’Anno spirituale al Good Shepherd Seminary.<br />S.E. Mons. Clement Papa è nato il 22 febbraio 1971 a Mount Hagen, Western Highlands, .<br />Ha svolto gli studi di Filosofia al Seminario del Buon Pastore a Maiwara, Madang, e, dopo un’esperienza pastorale e spirituale, quelli di Teologia presso l’Holy Spirit Seminary e il Catholic Theological Institute a Bomana, National Capital District.<br />È stato ordinato sacerdote il 3 dicembre 1999 per l’Arcidiocesi Metropolitana di Mount Hagen.<br />Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Vice Parroco di Fatima ; Parroco a Kol-Ambulua ; Licenza in Teologia Dogmatica alla Pontificia Università Urbaniana di Roma ; Cappellano presso l’Holy Trinity Teachers College ; Preside degli studi al Good Shepherd Seminary di Mt. Hagen ; Dottorato in Teologia al Melbourne College of Divinity ; Docente al Good Shepherd Seminary ; Rettore del Good Shepherd Seminary ; Membro del Comitato delle finanze e Membro del Consiglio di fondazione dell’Arcidiocesi ; dal 2023 è Direttore ad interim dell’Anno spirituale del Good Shepherd Seminary.<br /> Fri, 17 May 2024 12:35:55 +0200ASIA/COREA DEL SUD - Nel "Mese per la famiglia", al centro  il tema della denatalitàhttps://www.fides.org/it/news/75000-ASIA_COREA_DEL_SUD_Nel_Mese_per_la_famiglia_al_centro_il_tema_della_denatalitahttps://www.fides.org/it/news/75000-ASIA_COREA_DEL_SUD_Nel_Mese_per_la_famiglia_al_centro_il_tema_della_denatalitaSeoul - Il tema della denatalità è al centro del "Mese della Famiglia 2024", organizzato dal Ministero per l'uguaglianza di genere e la famiglia. <br />Tradizionalmente maggio è il mese della famiglia in Corea, un tempo in cui si susseguono feste e ricorrenze legati alla famiglia, che hanno radici profonde nella memoria culturale coreana. Il 5 maggio si festeggia la "Giornata dei Bambini", ricorrenza che risale al 1923, portata avanti dallo scrittore Bang Jung-hwan, in un'epoca non vi erano molti bambini che beneficiavano dell’istruzione. L'8 maggio, invece, si celebrano i genitori, in una festa che, inizialmente, era la Festa della Mamma e che in seguito, nel 1973, venne ribattezzata come "Festa dei Genitori". I genitori, e generalmente anche gli anziani, vengono visti come modelli per le future generazioni all’interno della società.<br />Un’altra festività particolarmente sentita nel mese è la "Festa degli insegnanti e maestri", il 15 maggio: questi sono figure riconosciute come fondamentali nell’educazione e crescita delle persone. Durante questa giornata in ogni scuola gruppi studenteschi organizzano eventi di ringraziamento e scrivono delle lettere ai propri insegnanti.<br />Il 21 maggio è il giorno designato come "Festa della coppia coniugale", la festa dei coniugi , di due individui che diventano una famiglia: è una giornata istituita con l'intento di risvegliare l'importanza dei rapporti coniugali per far crescere la famiglia in armonia.<br />In un tempo punteggiato da queste ricorrenze, la nazione affronta un grave problema: la Corea del Sud ha il tasso di natalità più basso al mondo e continua a crollare, battendo il proprio record anno dopo anno. Secondo i dati ufficiali, il tasso è sceso di un ulteriore o 8% nel 2023 attestandosi al 0,72, numero che indica il numero di figli che una donna ha nel corso della sua vita. Perchè una popolazione rimanga stabile, quel numero dovrebbe essere 2,1. Se tale tendenza continua, si stima che la popolazione coreana si dimezzerà entro il 2100, e per questo nel paese si parla di “emergenza nazionale”. A livello politico e mediatico ferve il dibattito su analisi e misure per invertire questo trend preoccupante. A tal fine il nuovo presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol ha dichiarato di voler creare un nuovo ministero per affrontare l'emergenza di una crisi demografica sempre più acuta e profonda.<br />La Chiesa cattolica in Corea si sente parte attiva nella lotta a una emergenza sociale e culturale, e ha avviato numerose iniziative in merito. A Seoul, è attivo il "Comitato per la Vita", che promuove iniziative di sostegno alle politiche familiari. Il Comitato, ad esempio, gestisce un fondo speciale per madri single, al fine di garantire un ambiente stabile per l'assistenza all'infanzia, o offre supporto a tutti i livelli alle donne incinte. Il ministro per la Famiglia ha pubblicamente ringraziato il Comitato "per il supporto alle famiglie bisognose e per aver contribuito al miglioramento dei rapporti familiari e alla cultura familiare”.<br /> Fri, 17 May 2024 11:45:11 +0200AFRICA/BENIN- Nomina del Rettore del Seminario Maggiore Filosofico Nazionale Saint-Paul di Djimèhttps://www.fides.org/it/news/74998-AFRICA_BENIN_Nomina_del_Rettore_del_Seminario_Maggiore_Filosofico_Nazionale_Saint_Paul_di_Djimehttps://www.fides.org/it/news/74998-AFRICA_BENIN_Nomina_del_Rettore_del_Seminario_Maggiore_Filosofico_Nazionale_Saint_Paul_di_DjimeCittà del Vaticano - Il Card. Luis Antonio G. Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, il 31 agosto 2023 ha nominato Rettore del Seminario Maggiore Filosofico Nazionale Saint-Paul di Djimè il Rev. Télésphore Abley del clero di Abomey. <br />Don Abley, 53 anni di età e 21 di sacerdozio, ha studiato rispettivamente nel Seminario Minore Saint-Paul di Djimè e nel Seminario Minore di Notre-Dame de Fatima di Parakou . Dopo l’Anno propedeutico a Missérété , ha studiato Filosofia e Teologia presso il Seminario Maggiore Saint-Gall di Ouidah . Ha un Dottorato in Filosofia, ottenuto presso l’Università Ecclesiastica San Dàmaso di Madrid . Ha ricoperto i seguenti uffici: Formatore in Seminario Saint-Paul di Djimè , parroco fondatore della parrocchia Notre-Dame de Lourdes di Mougnon . Dal 2022 è direttore aggiunto del Complexe Scolaire Catholique Saint Jeanne d’Arc e Docente nel Seminario Maggiore Saint Paul di Djimè.<br /> <br /><br /><br />Fri, 17 May 2024 10:22:38 +0200AFRICA/NIGERIA - Rapito un sacerdote della diocesi di Onitshahttps://www.fides.org/it/news/74996-AFRICA_NIGERIA_Rapito_un_sacerdote_della_diocesi_di_Onitshahttps://www.fides.org/it/news/74996-AFRICA_NIGERIA_Rapito_un_sacerdote_della_diocesi_di_OnitshaAbuja – “Con rammarico vi informiamo del rapimento di uno dei nostri sacerdoti, Rev. P. Basilio Gbuzuo”. Così con una dichiarazione del 16 maggio firmata dal suo Cancelliere, P. Prudentius E. Aroh, la diocesi di Onitsha ha comunicato il rapimento di p. Basil Gbuzuo. Onitsha si trova nello Stato di Anambra, nella Nigeria centro-meridionale.<br />“Il rapimento è avvenuto mercoledì 15 maggio, lungo la tangenziale Eke Nkpor-Obosi, verso le 8 del mattino. P. Gbuzuo è un prete residente presso la parrocchia della Santissima Trinità, Ogidi. Finora i rapitori non hanno stabilito alcun contatto” afferma il comunicato.<br />La dichiarazione aggiunge che Mons. Valerian Okeke, arcivescovo metropolita di Onitsha, invita i fedeli e le persone di buona volontà a pregare affinché il sacerdote sia rilasciato illeso al più presto.<br />L’arcidiocesi inoltre sta intensificando gli sforzi per garantire la libertà di p. Gbuzuo, e affida il sacerdote alla “potente intercessione della Beata Vergine Maria, Madre dei sacerdoti, per la sua rapida liberazione dalle mani dei rapitori”.<br />Un portavoce della polizia di Stato ha dichiarato che è stata lanciata la ricerca del sacerdote e dei suoi sequestratori. “Il comando di polizia di Anambra ha lanciato la caccia dei rapitori al fine ritrovare sano e salvo p. Basil Chukwuemeka” afferma la dichiarazione delle forze dell’ordine aggiungendo che sono stati interrogati alcuni testimoni oculari del rapimento per trarre indicazioni per risolvere rapidamente il sequestro.<br />P. Gbuzuo è solo l’ultimo di una lunga lista di sacerdoti, religiosi e religiose rapiti in Nigeria. A febbraio il Cardinale Luis Antonio Tagle, Pro-Prefetto per la Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari del Dicastero per l’Evangelizzazione, e il Segretario del medesimo Dicastero, l’arcivescovo nigeriano Fortunatus Nwachukwu, hanno espresso la solidarietà del Dicastero alla Chiesa e alla popolazione nigeriana per il fenomeno “fuori controllo” dei rapimenti in Nigeria .<br />La piaga dei sequestri di persona a scopo estorsivo è un fenomeno diffuso in tutta la Nigeria, comprendente pure i rapimenti di massa, specie di studenti . <br /><br />Fri, 17 May 2024 09:57:28 +0200AFRICA/KENYA - Aumentano le vittime delle inondazioni; nuovo appello dei Vescovi alla solidarietà con le persone colpitehttps://www.fides.org/it/news/74994-AFRICA_KENYA_Aumentano_le_vittime_delle_inondazioni_nuovo_appello_dei_Vescovi_alla_solidarieta_con_le_persone_colpitehttps://www.fides.org/it/news/74994-AFRICA_KENYA_Aumentano_le_vittime_delle_inondazioni_nuovo_appello_dei_Vescovi_alla_solidarieta_con_le_persone_colpiteNairobi – Sono 289 i morti causati dalle alluvioni che da marzo colpiscono il Kenya, secondo il bilancio presentato dalle autorità di Nairobi il 14 maggio.<br />Le piogge potrebbero continuare a causa del ciclone Hidaya, che ha colpito la vicina Tanzania il 4 maggio. Il Kenya ha subito solo lievi danni dal ciclone, ma i meteorologi dicono che piogge e inondazioni potrebbero continuare per tutto il mese. Oltre ai morti, le alluvioni hanno causato lo sfollamento di quasi circa 293.000 persone e la distruzione dei raccolti di quasi 10.000 acri.<br />Sebbene i meteorologi colleghino l’aumento delle inondazioni al cambiamento climatico, diversi keniani ritengono che la situazione sia stata aggravata dalla mancanza di investimenti da parte del governo.<br />Ad esempio a Mathare, un insediamento informale alla periferia di Nairobi, la gente del posto ha attribuito l’inondazione alla scarsa manutenzione e ai canali di scolo spesso bloccati che hanno causato un accumulo di acqua. Il governo ha ordinato lo sgombero delle abitazioni costruite lungo gli argini dei fiumi o in altri luoghi dove il rischio di essere travolte dalle acque in piena è molto alto. Le operazioni di sgombero però sono state criticate dall’opposizione che sottolinea che il governo non ha un piano di reinsediamento per le persone che hanno così perso la casa.<br />Nella loro dichiarazione del 7 maggio i Vescovi keniani hanno definito le inondazioni come una “catastrofe” ed hanno rivolto un appello al governo affinché intervenga rapidamente per venire in soccorso delle popolazioni che “stanno lottando per far fronte alle conseguenze immediate di questo disastro" mentre "le piogge continuano a cadere, esacerbando la già terribile situazione".<br />“Ora è il momento di utilizzare in modo efficace le risorse stanziate per tali crisi. Chiediamo un'azione rapida per salvare vite umane, proteggere le proprietà e, nelle aree in cui le piogge si sono calmate, iniziare il necessario lavoro di ricostruzione e riabilitazione" affermano i Vescovi.<br />"Gli adulti devono assumere un ruolo guida nel garantire la sicurezza dei nostri bambini, in particolare nelle aree soggette a inondazioni. Le persone non dovrebbero correre rischi inutili. Imploriamo le comunità a essere vigili e proattive nel salvaguardare ogni membro, soprattutto i più vulnerabili", sottolineano i Vescovi nella dichiarazione firmata da Maurice Muhatia Makumba, Arcivescovo di Kisumu, Presidente della Conferenza dei Vescovi cattolici del Kenya .<br />Ricordando la colletta lanciata dalla KCCB per raccogliere generi di prima necessità per le persone colpite dalle alluvioni , i Vescovi affermano che "La risposta è stata buona finora ma chiediamo maggiore sostegno per aiutare chi è nel disperato bisogno ". "Mostriamo il nostro amore e la nostra compassione attraverso generosi atti di carità, riflettendo gli insegnamenti di Cristo nelle nostre azioni”. <br />Thu, 16 May 2024 11:09:37 +0200ASIA/INDONESIA - Cento anni di missione per i Vescovi indonesiani: portatori di speranza, aspettando il Papahttps://www.fides.org/it/news/74993-ASIA_INDONESIA_Cento_anni_di_missione_per_i_Vescovi_indonesiani_portatori_di_speranza_aspettando_il_Papahttps://www.fides.org/it/news/74993-ASIA_INDONESIA_Cento_anni_di_missione_per_i_Vescovi_indonesiani_portatori_di_speranza_aspettando_il_PapaGiacarta - Da cento anni la missione della Chiese in Indonesia è quella di essere portatrice di speranza, e la missione dei Vescovi è guidare una "comunità della speranza", "camminando insieme per il bene della Chiesa e della nazione”: lo affermano i Vescovi indonesiani celebrando il centenario del primo incontro di quelli che, nel 1924, erano Vicari e Prefetti apostolici dell'Indonesia. La Conferenza Episcopale, in una assemblea plenaria straordinaria di maggio, in un programma denso di diverse iniziative, ha tenuto ieri, 15 maggio, un incontro in cui 37 Vescovi, due Cardinali e il Nunzio Apostolico in Indonesia hanno partecipato a una cerimonia e una messa, presieduta dal Cardinale Ignatius Suharyo, Arcivescovo di Giacarta, per benedire e inaugurare il nuovo edificio sede della Conferenza Episcoale di Indonesia , nel centro di Jakarta.<br />Il presidente della KWI, il Vescovo Antonius Bunjamin OSC, della diocesi di Bandung, a Giava occidentale, ricordando il centenario, ha detto che "in un’epoca in cui le incertezze prevalgono nella società, ci si aspetta che la Conferenza dei vescovi cattolici sia una comunità di buone speranze” in Indonesia. Il Nunzio apostolico mons. Piero Pioppo ha apprezzato il fatto che la KWI "si impegna con altre realtà e organizzazioni nello spirito di 'camminare insieme' per sviluppare la Chiesa e la nazione", notando in particolare lo spirito della sinodalità. <br />“Camminare insieme per il bene della Chiesa e della nazione” è proprio il tema ufficiale dell'assemblea dei Vescovi in corso. “I Vescovi indonesiani, nella missione attuale della Chiesa, si ispirano e si rifanno a quella di Gesù e dei suoi discepoli”, ha detto il Nunzio, rilevando che, in cento anni, la Conferenza ha sempre seguito la bussola di "sviluppare la Chiesa e la nazione". “La visita di Papa Francesco in Indonesia, il prossimo settembre, aumenterà sicuramente il morale e la fede della nostra comunità ”, ha affermato, auspicando che "si accenda un forte spirito missionario per diffondere la Buona Novella di Gesù".<br />In vista della visita di papa Francesco, ha riferito, sarà assicurato l’impegno dello Stato nei confronti della Chiesa, grazie al contributo del Ministero per gli affari religiosi e alla specifica sezione, la Direzione generale per l'orientamento delle comunità cattoliche , che ha garantito piena cooperazione. Come dichiara il direttore Suparman, l' agenzia "fornirà aiuti finanziari a organizzazioni ecclesiali, soprattutto nelle aree remote o più trascurate, per rinnovare e restaurare luoghi di culto, strutture educative".<br />Diffusa con Vicariati e Prefetture apostoliche fin dai primi del '900 , nel 1924 i Vicari e Prefetti Apostolici vollero incontrarsi tutti, per la prima volta, per definire un orientamento comune su varie questioni della vita della Chiesa e sul rapporto con le autorità civili, allora i colonizzatori olandesi. L'incontro si tenne nella cattedrale di Giakarta il 15 e 16 maggio 1924, fu il primo dei Vescovi presenti nell'arcipelago indonesiano e venne presieduto da mons. A. Van Velsen A. Van Velsen, Vicario Apostolico di Jakarta. <br /> Thu, 16 May 2024 10:49:29 +0200AFRICA/BENIN - Padre Giovanni Benetti: La missione è anzitutto… “essere innamorati di Gesù Cristo”.https://www.fides.org/it/news/74992-AFRICA_BENIN_Padre_Giovanni_Benetti_La_missione_e_anzitutto_essere_innamorati_di_Gesu_Cristohttps://www.fides.org/it/news/74992-AFRICA_BENIN_Padre_Giovanni_Benetti_La_missione_e_anzitutto_essere_innamorati_di_Gesu_CristoCalavi – “Missione è lasciarsi affascinare da Gesù Cristo e cercare di essere lo specchio, anche se un po’ opaco, della sua bontà dove il soffio del suo Spirito ci conduce”. Padre Giovanni Benetti è un sacerdote della Società per le Missioni Africane da due anni in Benin come formatore presso il centro di Spiritualità Brésillac di Calavi. “È ‘amare’ che dà senso al ‘partire’”.<br /><br />“Mi trovo in mezzo a tanti giovani che, con i padri formatori e con gli amici del centro, alimentano un clima di fraternità e di semplicità – prosegue il missionario. Sono impegnato nell’accompagnamento spirituale di questi giovani, nella preparazione di alcuni ritiri e corsi di formazione, e nella partecipazione ai vari incontri programmati per i formatori. In base al tempo disponibile, cerco anche di offrire, specialmente la domenica, il mio servizio pastorale presso alcune parrocchie dei dintorni.”<br /><br /> Nel “Centro Brésillac” i seminaristi SMA frequentano l’“Anno Internazionale di Spiritualità”. Si tratta di un anno di approfondimento vocazionale, in ambito internazionale al quale partecipano circa 50 seminaristi provenienti da tutto il mondo, in gran parte da vari paesi africani, alcuni anche dall’India e dalle Filippine. “Quest’anno 2023-2024 – aggiunge p. Benetti - è presente l’italiano Anselmo” .<br /><br />“Il lavoro non manca - si legge ancora nella nota pervenuta all’Agenzia Fides - e richiede un grande senso di responsabilità, poiché in gioco c’è la vocazione e, quindi, la vita dei seminaristi, futuri missionari SMA, che attendono da me e dagli altri padri un’autentica testimonianza cristiana. Ciò esige umiltà che consente ai formatori di condividere i problemi e di immergersi nella storia personale di questi giovani in cammino verso il sacerdozio e l’impegno missionario senza confini”.<br /><br />Calavi, periferia della grande città di Cotonou, nel sud del Paese, ha un clima tropicale e pesante. “Qui le zanzare anofele, portatrici del plasmodio della malaria, sono ben presenti e attive; cerco di contrastarle con zanzariere e repellenti. L’acqua non è potabile e, quindi, è necessario filtrarla o portarla ad ebollizione” – conclude il missionario.<br /><br /> <br /><br /><br />Thu, 16 May 2024 10:10:08 +0200ASIA/MYANMAR - Colpite da bombardamenti aerei due chiese nello stato Chinhttps://www.fides.org/it/news/74991-ASIA_MYANMAR_Colpite_da_bombardamenti_aerei_due_chiese_nello_stato_Chinhttps://www.fides.org/it/news/74991-ASIA_MYANMAR_Colpite_da_bombardamenti_aerei_due_chiese_nello_stato_ChinKalay - Bombardamenti aerei dell'esercito regolare birmano hanno colpito una chiesa cattolica e una chiesa battista nel villaggio di Lungtak, nel territorio della città di Tonzang, nello stato birmano Chin, situato nella parte occidentale del Myanmar. Nel bombardamento, avvenuto tra l'11 e il 12 maggio, anche cinque case sono state distrutte, mentre gli abitanti del villaggio sono terrorizzati. Come confermano fonti locali di Fides, la chiesa cattolica colpita è sotto la giurisdizione della diocesi cattolica di Kalay e il sacerdote locale p. Titus En Za Khan è riuscito a fuggire con i fedeli, che sono sfollati nei boschi circostanti. "La violenza continua a toccare i civili, soprattutto nel territorio di Sagaing", parte del quale ricade nella diocesi di Kalay, rileva a Fides una fonte cattolica locale. <br />Il villaggio di Luntak è stato colpito dalle forze aeree di Tatmadaw per eliminare i gruppi di ribelli ed è stato poi occupato dalle forze birmane, insieme con altri due villaggi. L'esercito regolare si sta scontrando con i combattenti dell'Esercito Nazionale Chin e dell'Esercito Rivoluzionario Zomi , Ong con status consultivo speciale presso il Consiglio economico e sociale Onu, nello stato Chin, che ha una popolazione a maggioranza cristiana , continua la violenza e si registra una grave crisi umanitaria tra popolazione civile. <br />In questa fase del conflitto - dati i successi militari ottenuti dalla forze della resistenza, in cui gli eserciti delle minoranze etniche si sono saldati alle Forze di Difesa popolare nel combattere la giunta militare al potere con il golpe del 2021 - l'esercito regolare birmano, per cercare di riguadagnare terreno, sta intensificando i bombardamenti aerei, con il risultato di colpire in modo indiscriminato i civili case e scuole e chiese, aggravando la situazione umanitaria in molte aree della nazione. <br />Gli eserciti delle minoranze etniche - organizzati nella lotta verso il governo centrale fin da tempi dell'indipendenza - stanno ora dando un contributo significativo nel conflitto in corso. Tra questi vi sono il Kachin Independence Army , nello stato Kachin, l’Arakan Army con sede nello Stato Rakhine, il Ta’ang National Liberation Army e il Myanmar National Democratic Alliance Army con sede nello Stato Shan, il Partito Nazionale Progressista Karenni , il Fronte di Liberazione Popolare delle Nazionalità Karenni e la Forza di Difesa delle Nazionalità Karenni .<br />In particolare, nello stato Chin, al confine con l'India e il Bangladesh, combattenti della resistenza dai territori di Chin, Magwe e Rakhine nelle scorse settimane hanno conquistato la città di Kyindwe, situata sulle colline Chin dei Monti Arakan, roccaforte strategicamente cruciale per il controllo del territorio. <br /> Wed, 15 May 2024 11:33:22 +0200AFRICA/MOZAMBICO - Saccheggiati i depositi alimentari durante l’assalto a Macomiahttps://www.fides.org/it/news/74990-AFRICA_MOZAMBICO_Saccheggiati_i_depositi_alimentari_durante_l_assalto_a_Macomiahttps://www.fides.org/it/news/74990-AFRICA_MOZAMBICO_Saccheggiati_i_depositi_alimentari_durante_l_assalto_a_MacomiaMaputo – Emergono nuovi particolari sull’assalto a Macomia, capoluogo dell’omonimo distretto della provincia settentrionale mozambicana di Cabo Delgado .<br />A Macomia la vita economica era in ripresa dopo che le operazioni dei militari della missione militare della Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe , del contingente ruandese e dell’esercito mozambicano sembravano aver ripreso il controllo della provincia.<br />In effetti mentre la Tanzania rafforza la difesa e il controllo dei movimenti oltre i suoi confini e i ruandesi garantiscono la sicurezza a Mocímboa da Praia e Palma, e l'Esercito mozambicano opera nelle restanti regioni, i jihadisti hanno rivolto la loro attenzione ai distretti che si stavano riprendendo dall’ondata di distruzione e saccheggio degli ultimi sei anni.<br />A Macomia in questi giorni erano confluiti i prodotti agricoli da vendere nell’importante mercato cittadino. Inoltre la città ospita importanti strutture e i magazzini di diverse organizzazioni umanitarie internazionali che operano nell’area. Nell’assalto del 10 maggio i jihadisti hanno prelevato viveri da negozi privati e dal magazzino del Programma alimentare mondiale , poi caricati su almeno 10 veicoli sottratti alle organizzazioni umanitarie.<br />L’assalto è stato preceduto dall’infiltrazione di elementi jihadisti tra la popolazione locale e gli sfollati, che hanno facilitato il compito del commando di oltre 100 uomini che ha assalito la città intorno alle 4,30 del mattino. Secondo gli abitanti della città i jihadisti disponevano di informazioni precise sulla disposizione delle forze di sicurezza ottenute, a loro dire, oltre che dagli infiltrati, forse anche da elementi corrotti tra i militari. I soldati hanno subito perdite rilevanti, almeno 18 militari. <br />I jihadisti sembrano avere avuto un approccio di acquiescenza versa i civili. Da un lato permettendo loro di partecipare ai saccheggi e dall’altro convocando un comizio nel quale affermano di non avercela con loro ma solo con i militari e addirittura scusandosi per i danni arrecati.<br />Intorno alle 13 il commando si è ritirato da Macomia, portando con se il bottino di generi alimentari destinato all’area di Mucojo, che è ancora nelle mani dei ribelli, e alcuni ostaggi presi tra gli operatori di alcune Ong. <br />Wed, 15 May 2024 10:17:48 +0200ASIA/KUWAIT - Il Nunzio Nugent: “Non possiamo cambiare il mondo ma possiamo creare fratellanza e un'atmosfera di fiducia”https://www.fides.org/it/news/74989-ASIA_KUWAIT_Il_Nunzio_Nugent_Non_possiamo_cambiare_il_mondo_ma_possiamo_creare_fratellanza_e_un_atmosfera_di_fiduciahttps://www.fides.org/it/news/74989-ASIA_KUWAIT_Il_Nunzio_Nugent_Non_possiamo_cambiare_il_mondo_ma_possiamo_creare_fratellanza_e_un_atmosfera_di_fiduciadi Antonella Prenna<br /><br />Kuwait City – “Sono arrivato in Kuwait in pieno periodo Covid, nel Febbraio del 2021, e ho presentato le Lettere credenziali nel mese di maggio dello stesso anno anche se persisteva l'obbligo di portare la mascherina e tutte le procedure di distanza”. L’Arcivescovo Eugene Martin Nugent è Nunzio Apostolico del Vicariato di Arabia del nord che comprende Bahrain, Qatar, Arabia Saudita e Kuwait. “In tutti gli incontri ufficiali che ho avuto al mio arrivo tutti hanno espresso ammirazione per il Santo Padre, per la Sua persona, per quello che sta facendo, soprattutto qui, nel contesto della fratellanza” ha raccontato il Nunzio in un incontro con l’Agenzia Fides.<br /><br />“Quando sono arrivato l’Emiro già non stava tanto bene in salute, è morto a dicembre scorso. Pertanto lasciava fare ai suoi delegati di fiducia i compiti di governo e inizialmente mi è stato difficile toccare grandi temi. Ho parlato delle mie proposte di fare qualcosa per favorire il dialogo interreligioso dal momento che qui in Kuwait non esiste un forum ufficiale per il dialogo a differenza di quanto è in Bahrain e Qatar dove qualcosa già è in corso. Quando sono stato ricevuto dal Re del Bahrein, ho percepito il suo senso di fratellanza e accoglienza come pure da parte dell’Emiro del Qatar. Sono stato colpito dagli abbracci e dal rispetto manifestato nei miei confronti. Ognuno di questi paesi è diverso dall’altro, ha piccole sfumature, storie e tradizioni. Tutto quello che facciamo qui, si fa con una perspettiva missionaria della Chiesa locale.”<br /><br />“In Madagascar – racconta l’Arcivescovo Nugent in merito al Suo primo incarico da Nunzio - tutto era centrato sulla vita concreta della Chiesa e la missione della Chiesa. Anche qui, nei Paesi del Golfo, cerchiamo di favorire la presenza della Chiesa per quanto possibile in questi paesi di maggioranza musulmana. Ogni fine settimana celebro la Messa nella Co-cattedrale della Sacra Famiglia per mantenere un contatto con la gente, con la presenza viva della Chiesa. Il sabato mattina celebro dalle Suore indiane Carmelitane che gestiscono una scuola, e poi faccio visite pastorali alle parrocchie in tutti e tre i paesi del Vicariato. Al mio arrivo nel 2021, prima della nomina dell’attuale Vicario Apostolico d’Arabia del nord, vescovo Aldo Berardi, il vescovo Paul Hinder, che attualmente si trova ad Abu Dhabi, era l’Amministratore Apostolico ma a causa delle restrizioni per il Covid non poteva viaggiare facilmente. In quel periodo ho sostituito il Vescovo impartendo le Cresime. In tutti i paesi ho cercato sempre di avere il contatto con le diocesi e con le parrocchie. Continuo a fare le visite pastorali, partecipo alle feste e agli incontri anche perché così i fedeli si sentono gratificati della nostra presenza tra di loro. Tanti vivono qui per lavoro e sono soli, senza le famiglie ed è molto importante far sentire la presenza della Chiesa. La visita del Vescovo è un po' come il papà che va a trovare i suoi figli”.<br /><br />“Sono trascorsi tre anni da quando sono arrivato e sono molto colpito dalla realtà del Kuwait. Gente semplice con una fede genuina e ben radicata, profonda devozione nonostante tutti i problemi e le difficoltà che incontrano quotidianamente. Nonostante la varietà di riti, lingue e culture c'è una certa armonia. Lo stare insieme, celebrare insieme, ogni comunità con le sue tradizioni e il rispetto reciproco, lascia percepire molto chiaramente che la Chiesa è grande. Forse in Europa non si ha la percezione di quanto la Chiesa cattolica sia realmente viva in questi paesi di maggioranza musulmana, o addirittura si pensi che quasi non esista. Ma quando si è sul posto uno scopre che è viva ed è molto vivace. Vedere migliaia e migliaia di persone che frequentano queste piccole chiese mi colpisce, mi incoraggia e rafforza la mia fede. Il documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza, del 4 febbraio 2019, è stato accolto molto bene soprattutto in Bahrain. Qui in Kuwait abbiamo distribuito i documenti, anche nelle università. Alcuni sono interessati, ma la grande maggioranza sa ben poco al riguardo. Non è ancora entrato nella conoscenza comune.”<br /><br />“Nelle sedi diplomatiche dei paesi missionari dove ho prestato servizio, prima in Madagascar e poi in Haiti, le Nunziature, la figura del Nunzio, hanno caratteristiche diverse da quelli, per esempio, in Europa. E’ una presenza molto importante per la Chiesa locale. Quando ero in Madagascar visitavo le Diocesi nei posti più sperduti, spostandomi impiegandoci anche una settimana da un villaggio a un altro per conoscere da vicino le realtà locali. Come pure in Haiti ho visitato più volte tutte le Diocesi e le parrocchie. Arrivando nei paesi del Golfo, ho riscontrato inevitabilmente tante differenze soprattutto dovute al fatto che si tratta di tre Paesi in tre continenti diversi. Mentre in Haiti e in Madagascar tra i problemi prioritari c’era l'accessibilità, visto che spesso non ci sono strade percorribili ma piste sterrate e fiumi da attraversare in barca, qui nel Vicariato d’Arabia del nord ho avuto un impatto più facile a livello di struttura, ma diverso a livello di missione, di impegno personale. In Kuwait, con i mussulmani, cerco di mantenere o creare dei contatti. Siamo in amicizia con parecchie famiglie, ad esempio, ogni anno al termine del Ramadan, dopo la Iftar, c'è la tradizione delle visite alle famiglie. Ogni sera alcune di queste aprono le loro case per accogliere chiunque voglia andare a fare anche un saluto. Io vado molto spesso da chi mi invita e loro apprezzano tanto questa disponibilità, dimostrando grande rispetto per la Croce che indosso. C’è grande stima e accoglienza perchè colpisce che il Nunzio entri nelle loro case.”<br /><br />“Il nostro lavoro è un po' questo, non possiamo cambiare il mondo ma possiamo creare rapporti, amicizie, fratellanza, e un'atmosfera di fiducia. Ed è quello che cerco di fare soprattutto qui in Kuwait. Siamo in contatto con un gruppo di giovani mussulmani, prendiamo il caffè insieme parliamo di tutto, anche di religione ma non primariamente. Sono molto aperti, si parla di politica, vita sociale, affrontiamo i problemi che hanno le famiglie le quali, come quasi dappertutto, si sfasciano. Condividiamo, insomma, gli stessi problemi che si riscontrano in Occidente. Imparo sempre tanto anche da loro. Con la Nunziatura vogliamo dimostrare che la Santa Sede, la Chiesa, è presente e siamo qui con la nostra Co-Cattedrale della Sacra Famiglia. La gente è molto fiera del fatto che il primo paese del Golfo ad avere rapporti con la Santa Sede sia stato il Kuwait dove c’è la sede della Nunziatura Apostolica.”<br /><br />L’Arcivescovo Nugent parlando dell’Arabia Saudita ha accennato al grande cambiamento che sembra essere in atto almeno in certi ceti della società. “I giovani si stanno aprendo molto di più verso l'Occidente anche se qui la tradizione rimane molto radicata. Diciamo che questo è il più particolare dei paesi del Golfo. Il Qatar ormai è diventato un punto di riferimento per la politica estera ed è completamente diverso. La visita di Papa Francesco in Bahrain è stato un momento molto importante. Ricevere il Papa in un paese dell’area del Golfo è stato anche un auspicio a migliorare i rapporti in tutti i paesi musulmani ma dobbiamo sempre tenere conto della realtà concreta.”<br /><br /><br />Wed, 15 May 2024 16:50:57 +0200AFRICA/NIGERIA - La piaga dei rapimenti di studenti: oltre 1680 sequestrati negli ultimi 10 annihttps://www.fides.org/it/news/74987-AFRICA_NIGERIA_La_piaga_dei_rapimenti_di_studenti_oltre_1680_sequestrati_negli_ultimi_10_annihttps://www.fides.org/it/news/74987-AFRICA_NIGERIA_La_piaga_dei_rapimenti_di_studenti_oltre_1680_sequestrati_negli_ultimi_10_anniAbuja – Sono nove gli studenti ancora in mano ai banditi che il 9 maggio hanno assalito la Confluence University of Science and Technology , a Osara nello Stato di Kogi, nel centro-nord della Nigeria.<br />Un numero imprecisato di uomini armati sono entrati in un'aula dove gli studenti si stavano preparando per gli esami del primo semestre, previsti per il 13 maggio. Dopo aver intimidito i ragazzi, sparando diversi colpi in aria, i banditi sono fuggiti portando con loro 24 studenti.<br />Domenica 12 maggio la polizia ha annunciato che 15 degli studenti universitari sequestrati erano stati liberati dopo una feroce battaglia tra le forze di sicurezza e la banda. Al momento quindi nove ragazzi sono ancora nelle mani dei rapitori.<br />In Nigeria terroristi e bande armate attaccano spesso scuole e istituzioni accademiche per rapire studenti e a volte pure insegnanti.<br />Secondo il rappresentante nazionale dell'UNICEF in Nigeria, Cristian Munduate, oltre 1.680 studenti sono stati rapiti in diversi attacchi contro le scuole nel decennio dal rapimento di 276 studentesse a Chibok, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2014.<br />Secondo Munduate in questi 10 anni oltre agli studenti anche il personale scolastico ha subito un pesante bilancio di vittime e rapimenti da parte delle bande armate: 60 rapiti e 14 uccisi in più di 70 attacchi alle scuole. <br />Tue, 14 May 2024 11:27:04 +0200ASIA/PAKISTAN - Cristiani in preghiera e in pellegrinaggio per la beatificazione di Akash Bashirhttps://www.fides.org/it/news/74986-ASIA_PAKISTAN_Cristiani_in_preghiera_e_in_pellegrinaggio_per_la_beatificazione_di_Akash_Bashirhttps://www.fides.org/it/news/74986-ASIA_PAKISTAN_Cristiani_in_preghiera_e_in_pellegrinaggio_per_la_beatificazione_di_Akash_BashirLahore - “La vita del Servo di Dio Akash Bashir brilla come ispirazione e raggio di luce nel Pakistan e nel mondo afflitto dal terrorismo e dai disordini", dice all'Agenzia Fides p. Lazar Aslam OFMCap, sacerdote francescano cappuccino in servizio a Lahore. Nel mese di maggio la comunità cattolica dell'arcidiocesi ha intensificato la preghiera per Akash Bashir, il primo Servo di Dio nella storia del Pakistan. Ed è fervente il pellegrinaggio davanti alla sua tomba, soprattutto dei giovani pakistani: "La sua fede in Dio lo ha motivato a proteggere e servire la sua comunità, e lo ha portato a compiere un gesto di estremo altruismo di fronte a un attentatore suicida", ricorda il frate.<br />Akash Bashir nasce in Pakistan il 22 giugno 1994 in una famiglia umile e studia all’Istituto Tecnico “Don Bosco” di Lahore. Conduceva una vita semplice, aveva sogni per il suo futuro, viveva con la sua famiglia, aveva amici a scuola al lavoro, gli piaceva fare sport e la preghiera era parte della sua vita. Il 15 marzo 2015, una domenica mattina, un attentatore suicida tentò di entrare nella chiesa di San Giovanni a Youhanabad, quartiere cristiano di Lahore, che in quel momento aveva al suo interno oltre mille fedeli partecipanti alla Messa. Resosi conto della situazione, Akash non ha esitato a sacrificare se stesso per impedire che l’attentatore provocasse una strage in chiesa. Il 15 marzo 2022, nel settimo anniversario della sua morte, è stata aperta dalla Chiesa di Lahore la fase diocesana del processo canonico per la proclamazione del martirio. <br />Ricorda p. Aslam: "Gesù ha insegnato che la forma più alta di amore è dare la propria vita per gli amici, e il suo atto di altruismo rifletteva questi insegnamenti. L'ultima dichiarazione di Akash, 'Morirò, ma non ti lascerò entrare', esprime perfettamente il suo coraggio e la sua devozione". "La sua storia - dice - funge da potente testimonianza del potere di trasformazione della fede, della resilienza e del sacrificio. Offre speranza e ispirazione ai cristiani in Pakistan e oltre. La sua vita ci ricorda di incarnare una fede incrollabile e di rimanere saldi di fronte alle avversità. Il suo straordinario viaggio continua a guidare e illuminare la nostra comunità".<br />Secondo p. Nobal Lal, direttore della comunità salesiana del Pakistan, la profonda esperienza della spiritualità salesiana che deriva dal "Sistema preventivo" di don Bosco "ha avuto un impatto profondo e personale sulla formazione umana e spirituale di Akash. Lo ha portato a sviluppare una profonda comprensione e amicizia con Cristo. Spesso si fermava per un momento di preghiera presso la grotta nel cortile della chiesa cattolica di San Giovanni a Youhanabad, prima di iniziare il suo servizio. I tre principi fondamentali della spiritualità salesiana – sistema preventivo, educazione olistica e amore per Dio – hanno avuto un'influenza significativa sul suo sviluppo della fede, sono stati pilastri importanti nel determinare il suo percorso" rileva.<br />"In questo mese di maggio preghiamo intensamente per la beatificazione del Servo di Dio Akash Bashir, ex allievo di don Bosco", informa p. Pierluigi Cameroni, Postulatore generale dei Salesiani. Rileva il Postulatore: “Per i cristiani di Youhanabad, per la Chiesa di Dio che è in Pakistan e per tutta la Famiglia Salesiana, Akash, con la sua grande fede, è esattamente questo: un faro, un esempio da seguire. Sulla sua tomba in tanti si recano per pregare e per chiedere l’intercessione". "Si era impegnato a vivere da cittadino onesto e buon cristiano, come voleva don Bosco, ed era diventato un volontario della sicurezza nella sua chiesa parrocchiale, in un momento in cui la situazione in Pakistan era preoccupante con il rischio di incontrare attentatori suicidi che prendevano di mira luoghi religiosi", ricorda p. Cameroni. "Questo giovane ex allievo salesiano, il primo pakistano in cammino verso gli altari, rappresenta tutti i cristiani e tutti i giovani coraggiosi e orgogliosi della loro fede", conclude.<br /> <br />Tue, 14 May 2024 11:26:56 +0200AFRICA/SUD SUDAN - I nuovi negoziati di pace proposti a Nairobi non convinconohttps://www.fides.org/it/news/74985-AFRICA_SUD_SUDAN_I_nuovi_negoziati_di_pace_proposti_a_Nairobi_non_convinconohttps://www.fides.org/it/news/74985-AFRICA_SUD_SUDAN_I_nuovi_negoziati_di_pace_proposti_a_Nairobi_non_convinconoJuba - Un nuovo ciclo di negoziati di pace tra il governo sud sudanese e il gruppo di opposizione non firmatario è stato avviato lo scorso 3 maggio a Nairobi, Kenya. <br /><br />Dallo scoppio della guerra civile in Sud Sudan nel 2013, le parti in conflitto hanno cercato la mediazione dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo , dell’Etiopia, della Tanzania, del Sudan, dell’Uganda, della Comunità di Sant’Egidio e ora del Kenya. Questi sforzi hanno portato a due principali accordi di pace e a un accordo sull’unificazione del Movimento Popolare di Liberazione del Sudan , che devono ancora essere attuati.<br /><br />La richiesta di questo nuovo intervento, pervenuta dal presidente sud sudanese Kiir e dall’accettazione da parte dell’NSOG del ruolo di mediatore del Kenya, ha fatto seguito alla proposta lanciata lo scorso 22 marzo dal presidente keniota Ruto. Il politico ha condiviso con l’NSOG una roadmap e un progetto di mediazione che prevede una tempistica di 18 mesi da gennaio 2024 a giugno 2025.<br /><br />Tuttavia, fonti locali dichiarano che non sono tutti convinti di questa mossa del presidente Ruto. Considerando la storia del Kenya di arresti e deportazioni segrete di attivisti a Juba e i suoi significativi interessi commerciali nel Sud Sudan, si chiedono se Ruto sia un mediatore adatto nei processi di pace del Sud Sudan. <br /><br />In una nota diffusa da Remember Miamingi, esperto sud sudanese di governance e diritti umani, sembra che il Sud Sudan sia ben lungi dal raggiungere la pace, la stabilità o la democrazia. L’iniziativa di Nairobi potrebbe aumentare il numero dei gruppi di opposizione “inattivi” a Juba, ma è improbabile che possa garantire la pace di cui il Sud Sudan ha urgentemente bisogno.<br /><br />In vista delle elezioni già rimandate e previste per dicembre 2024, il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale Cardinale Michael Czerny, in visita in Sud Sudan aveva riconfermato la vicinanza del Papa e della Santa Sede al popolo sud sudanese ed rinnovato l’appello ai leader del Paese perché “abbraccino la pace e la stabilità mentre il vostro Paese si incammina verso la transizione democratica”. Dal canto suo il presidente Kiir ha auspicato che la mediazione dia risultati positivi. “Ci auguriamo che i gruppi di opposizione abbiano una convinzione e un desiderio simili per la pace in Sud Sudan, che, una volta pienamente raggiunta, porterà stabilità eterna e sviluppo economico nella regione” – ha detto.<br /><br /> <br />Tue, 14 May 2024 10:38:03 +0200AFRICA/CONGO RD - Ancora scontri nel Nord Kivu tra esercito e M23; colpito un villaggio nel Sud Kivuhttps://www.fides.org/it/news/74984-AFRICA_CONGO_RD_Ancora_scontri_nel_Nord_Kivu_tra_esercito_e_M23_colpito_un_villaggio_nel_Sud_Kivuhttps://www.fides.org/it/news/74984-AFRICA_CONGO_RD_Ancora_scontri_nel_Nord_Kivu_tra_esercito_e_M23_colpito_un_villaggio_nel_Sud_KivuKinshasa – Due morti, ieri, 13 maggio, nel bombardamento del villaggio di Minova, Territorio di Kalehe, nella provincia del Sud Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo .<br />Secondo il presidente della società civile locale, i colpi di artiglieria provenivano dalla zona occupata dai ribelli dell'M23 a Masisi, nella contigua provincia del Nord Kivu. Altri due colpi sono caduti Kitalaga, due a Rudahuba e uno a Kiata.<br />Sempre ieri si sono verificati violenti scontri tra i ribelli M23 e i soldati dell’esercito congolese e i loro alleati locali in diverse località del territorio di Masisi, <br />Il conflitto in atto nel Nord Kivu rischia quindi di estendersi alla provincia vicina. A farne le spese sono soprattutto i civili, colpiti ora anche da tiri di armi pesanti, che a quanto pare non mancano all’M23, accusato dal governo di Kinshasa di essere sostenuto dall’esercito del Ruanda.<br />L’ 11 maggio, presso la parrocchia Notre-Dame de Fatima a Kinshasa, è stata celebrata una messa di suffragio in memoria delle vittime del bombardamento il 3 maggio di due campi di sfollati a Lac Vert e Mugunga, nei pressi di Goma, capoluogo del Nord Kivu . Secondo l’ultimo bilancio aggiornato i morti sono 18 e i feriti 32.<br />Nella sua omelia, padre Eric Mashako ha condannato quello che considera un crimine di guerra, ed ha invitato la comunità internazionale intervenire per porre fine al dramma dell’est della RDC. Joseph Nkinzo, portavoce dei notabili e delle comunità del Grande Kivu, ha sottolineato l'importanza dell'unità nazionale in questi tempi difficili, affermando che tutti i congolesi devono implorare la misericordia divina per la pace nell’est del Paese. <br />Tue, 14 May 2024 10:30:41 +0200AFRICA/BURKINA FASO - Quando la morte dei poveri non fa cronacahttps://www.fides.org/it/news/74988-AFRICA_BURKINA_FASO_Quando_la_morte_dei_poveri_non_fa_cronacahttps://www.fides.org/it/news/74988-AFRICA_BURKINA_FASO_Quando_la_morte_dei_poveri_non_fa_cronacadi Mauro Armanino<br /><br />Ouagadougou - Li hanno uccisi lunedì 6 maggio scorso. Hanno commesso l’errore dei fidarsi dei militari e dei ‘Volontari della Patria’ che li accompagnavano. Pensavano che la loro carta d’identità fosse sufficiente per proteggerli. 21 persone in un cortile del villaggio di Moualoungou e 130 nel villaggio di Tambi Bounima, donne incinte, uomini, bimbi e passanti, trucidati senza motivo dal convoglio militare che si dirigeva altrove.<br />Sono poveri, contadini, cristiani per la quasi totalità e dunque, per il regime militare al potere nel Burkina Faso, non hanno neppure il diritto di cronaca. Scomparsi, mai esistiti, inghiottiti dalla violenza che risponde alla violenza con la stessa cecità. Già nel mese di febbraio o marzo passato, sempre accanto alla strada, erano state uccise varie persone di Bibigou e Soualamou, nella zona Gourmanché del Burkina Faso.<br />Le testimonianze sono certe e non mancano immagini registrate coi telefoni cellulari. Nel frattempo i contadini, presi in ostaggio dalla domanda di una ‘tassa’ per persona, la conversione ai gruppi armati djihadisti o l’esodo, spogliati di tutto, si nascondono nelle boscaglie oppure cercano oltre frontiera rifugio e sicurezza. Non c’è rispetto dei diritti umani e la censura regna sovrana, sottolinea il catechista testimone.<br />Dal novembre scorso l’Unione Europea domanda alle autorità militari del Burkina Faso di fare luce sulle accuse di uccisioni di civili in varie zone del Paese. Da parte sua Human Right Watch aveva accusato le autorità di massacro di 223 civili, compresi 56 bambini, in due villaggi nel mese di febbraio del 2024. <br />Il calvario del popolo del Burkina Faso continua, tra i massacri dei gruppi armati e dei militari con l’appoggio dei volontari della patria che si allontana ancora un po' più dal sentiero della pace.<br /><br />Tue, 14 May 2024 12:40:28 +0200VATICANO - Il ‘Concilium Sinense’ di Shanghai “tra storia e presente”: Convegno internazionale alla Pontificia Università Urbanianahttps://www.fides.org/it/news/74983-VATICANO_Il_Concilium_Sinense_di_Shanghai_tra_storia_e_presente_Convegno_internazionale_alla_Pontificia_Universita_Urbanianahttps://www.fides.org/it/news/74983-VATICANO_Il_Concilium_Sinense_di_Shanghai_tra_storia_e_presente_Convegno_internazionale_alla_Pontificia_Universita_UrbanianaRoma - Shanghai, 15 maggio 1924: nella Cattedrale di Sant’Ignazio di Loyola ha inizio il Primum Concilium Sinense, Primo Concilio della Chiesa cattolica in Cina. Sono Vescovi, Vicari generali, religiosi e sacerdoti, nati per lo più in Paesi lontani e arrivati in terra cinese come missionari. Si riuniscono sotto la presidenza dell’Arcivescovo Celso Costantini, Delegato apostolico in Cina, con il mandato di rilanciare la missione della Chiesa in terra cinese alla luce della Maximum Illud, la Lettera apostolica scritta da Papa Benedetto XV nel 1919 per ripetere che la fede in Cristo «non è straniera ad alcuna nazione», e in ogni parte del mondo il diventare cristiani non equivale a «mettersi sotto la tutela e il potere di un altro Paese e sottrarsi alla legge del proprio».<br /> <br />Il Concilio di Shanghai diede disposizioni dettagliate per favorire e accompagnare il fiorire di una Chiesa autoctona, con Vescovi e sacerdoti cinesi a cui affidare la guida delle comunità locali.<br />I decreti conciliari fornirono disposizioni concrete per contrastare la mentalità coloniale che era penetrata anche nelle prassi ecclesiali. <br /><br />100 anni dopo, a Roma, un Convegno Internazionale riaccende i riflettori su quella esperienza sinodale per coglierne portata e attualità in merito al cammino della Chiesa cattolica in Cina e alle dinamiche dell’opera apostolica nel tempo della globalizzazione. <br />Il Convegno si intitola “100 anni dal Concilium Sinense: tra storia e presente”. Organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana in collaborazione con l’Agenzia Fides e la Commissione Pastorale per la Cina, il Convegno si svolge nella giornata di martedì 21 maggio presso l’Aula Magna dell’Ateneo che è parte integrante del Dicastero per l’Evangelizzazione . <br />Il programma del Convegno prevede gli interventi del Vescovo di Shanghai Giuseppe Shen Bin, del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e del Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero missionario. Al Convegno svolgeranno interventi e relazioni anche accademici e ricercatori della Repubblica popolare cinese, come la Professoressa Zheng Xiaoyun e il Professor Liu Guopeng, della Accademia Cinese delle Scienze Sociali. <br />In apertura del Convegno, dopo il saluto del Professor Vincenzo Buonomo, Delegato Pontificio e Rettore Magnifico della Pontificia Università Urbaniana, verrà proiettato un video-messaggio di Papa Francesco. <br /><br/><strong>Link correlati</strong> :<a href="https://www.fides.org/it/attachments/view/file/DPL_Convegno_Internazionale.pdf">Dépliant Concilium Sinense</a>Tue, 14 May 2024 13:29:20 +0200ASIA/INDIA - Nomina del Vescovo Ausiliare di Verapolyhttps://www.fides.org/it/news/74982-ASIA_INDIA_Nomina_del_Vescovo_Ausiliare_di_Verapolyhttps://www.fides.org/it/news/74982-ASIA_INDIA_Nomina_del_Vescovo_Ausiliare_di_VerapolyCittà del Vaticano - Il Santo Padre ha nominato in data 11 maggio Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Verapoly il Rev.do Sac. Antony Valumkal, finora Rettore e Parroco del National Shrine Basilica of Our Lady of Ransom a Vallarpadom, Kochi, assegnandogli la Sede titolare di Magarmel.<br />S.E. Mons. Antony Valumkal è nato il 26 luglio 1969 a Eroor, nell’Arcidiocesi di Verapoly. Ha studiato Filosofia e Teologia presso il St. Joseph’s Pontifical Institute of Theology and Philosophy a Alwaye, Kerala. È stato ordinato presbitero l’11 aprile 1994 per la medesima Arcidiocesi.<br />Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Vice Parroco della Little Flower a Pottakuzhy ; Direttore del Seminario Minore Arcidiocesano ; Parroco della St George a Karthedom ; Direttore del St John Paul Bhavan Minor Seminary a Kakkanad ; Licenza e Dottorato in Teologia Spirituale presso il St. Peter’s Pontifical Institute a Bangalore in India; Direttore Spirituale del St. Joseph’s Pontifical Seminary, Carmelgiri, Alwaye e incaricato di due chiese a Chowara e Parapuram della Parrocchia di Thottakattukara . Dal 2021 è Rettore e Parroco della National Shrine Basilica of Our Lady of Ransom Vallarpadom, Kochi.<br /> Mon, 13 May 2024 12:42:07 +0200