AFRICA/CONGO RD - NONOSTANTE L’UNITÀ CHE ESISTE ORA A KINSHASA, LA QUESTIONE DELL’ITURI È LA PRIORITÀ PER LA PACE DEFINITIVA

mercoledì, 30 luglio 2003

Kinshasa (Agenzia Fides)-“Siamo contenti per la decisione del nuovo governo congolese di inviare nell’Ituri forze di polizia per ristabilire l’ordine, a patto che siano dotate di mezzi adeguati alla missione e che adottino un atteggiamento imparziale, al di sopra delle parti” dice all’Agenzia Fides un membro della Chiesa locale, del quale tacciamo il nome per ragioni di sicurezza. L’Ituri, regione del nord-est della Repubblica Democratica del Congo, si trova al centro di combattimenti tra almeno 10 gruppi di guerriglia locali. Secondo il ministro Venant Tshipaka, “il governo di unità nazionale, (insediatosi da poche settimane a Kinshasa,) ha deciso di dare la massima priorità alla risoluzione del conflitto nell’Ituri, dove i combattimenti continuano nonostante la pace e l’unità che esiste ora a Kinshasa”. Per proteggere la popolazione civile, nella scorsa primavera, l’Unione Europea, d’intesa con le Nazioni Unite, ha dispiegato una forza di interposizione a Bunia, capoluogo della regione. Le Nazioni Unite hanno già da tempo sul posto un gruppo di osservatori, nell’ambito della MONUC (Missione delle Nazioni Unite in Congo), ma la loro presenza non ferma le violenze che continuano a sconvolgere la regione.
“Nonostante la presenza delle truppe internazionali, a Bunia rimane alta la tensione” conferma all’Agenzia Fides il sacerdote. “Si teme la ripresa dei combattimenti, e le notizie provenienti dai villaggi circostanti sono drammatiche. Continuano i saccheggi e le uccisioni della popolazione civile. Siamo di fronte ad una situazione catastrofica: non passa giorno senza che non vi sia un nuovo massacro, come quello commesso a Drodro, qualche giorno fa.”
La forza di pace europea non ha infatti il mandato di operare al di fuori di Bunia e tutto l’Ituri è in preda all’anarchia. Si calcola che da maggio tra i 200mila e i 350mila profughi hanno lasciato la regione.
“La Chiesa vive le stesse condizioni della maggioranza della popolazione: chiese e missioni saccheggiate, sacerdoti e fedeli minacciati e uccisi. La nostra missione, però, è quella di rimanere a fianco di chi soffre a causa della guerra” dice il sacerdote, “
Un segnale di speranza è dato dai cinque gruppi di guerriglia dell’Ituri che il 23 luglio hanno deciso di disarmarsi e di ritirarsi nelle loro basi. L’accordo è stato negoziato dalle Nazioni Unite ed è stato sottoscritto dall’Unione dei Patrioti Congolesi (UPC), Forze Armate del Popolo Congolese (FAPC), Fronte dei nazionalisti e degli integrazionisti, Forze popolari per la democrazia in Congo, Partito per l’unità e la salvaguardia dell’integrità del Congo.
L.M.) (Agenzia Fides 30/7/2003 righe 35 parole 423)


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