FIDES "GIOVANI E MISSIONE" (Terza Parte): AFRICA - UGANDA - Il gruppo Comboni Associates

venerdì, 19 agosto 2005

Il tutto è iniziato quando ho pensato di partire con un programma formativo per i giovani sulla prevenzione dell’AIDS. Volevo che i giovani cristiani fossero aiutati a scoprire attraverso la fede il dono della vita e della sessualità, a cogliere la bellezza di tanti valori che si legano a questa realtà, e viverli nel quotidiano, sperimentando tutta la forza trasformante, che la preghiera, l’incontro con Dio, ha nella vita delle persone. E così ho iniziato con un piccolo gruppo di giovani volontari. La strategia dei giovani per i giovani mi è sempre sembrata la migliore e quella vincente. Dopo un periodo di studio, riflessione preghiera siamo partiti per la nostra avventura, incontrando i giovani nelle scuole, zone rurali, nei campi profughi.
È stata veramente una grande avventura. Non sono mancati pericoli, come incursione durante la notte dei ribelli, rischi di attacco sulle strade, mine antiuomo e anticarro, i disagi di fermate fuori programma in mezzo al fango sotto il sole cocente o le piogge torrenziali per guasti dei mezzi di trasporto, difficoltà per l’incontro con giovani ormai abituati alla violenza o venuti con l’intento di disturbare, fame e malattie … ma l’intraprendenza, l’entusiasmo dei giovani ha sempre avuto la meglio.
Mi diceva una volta Paska, raccontando tutte le peripezie e difficoltà di un viaggio: “di fronte al disagio di giornate lunghe ed estenuanti, mi sono detta che la Croce è vita, e che le attività portate avanti ai piedi della Croce danno sempre frutto. Questo mi ha dato forza e vigore”.
Ho visto nella mia esperienza che quando un giovane parla ad un altro giovane, nulla va perso, ma tutto viene assorbito, vagliato e confrontato con la vita reale di chi propone il messaggio. E’ soprattutto la testimonianza di vita che trascina e convince.
Ricordo ancora il silenzio e l’emozione dei giovani che ascoltavano una giovane dopo l’esperienza del Giubileo dei giovani a Roma nel 2000: “Il Papa ci ha chiesto di essere i santi del terzo millennio, io non ho paura, ho accettato la sfida” e tante altre testimonianze di cammini, difficoltà, sogni e desideri.
Sempre e ovunque tante storie condivise, momenti forti di preghiera, riconciliazione e rinascita, gesti di solidarietà e amicizia. E alla fine, la fatica scompare per lasciare spazio allo stupore, ringraziamento, la riscoperta gioiosa dello Spirito, che compie cose grandi e impensabili, molto superiori alle nostre capacità, forze ed energie.
Un momento carismatico molto forte è stato il pellegrinaggio al luogo dove in Uganda sono sbarcati i primi missionari provenienti dalla Tanzania. Sul luogo, situato sulle rive del lago Vittoria, oggi sorge una piccola cappella. Era un giorno piovoso, e le nostre lacrime si sono mischiate alla pioggia battente. Erano lacrime di gioia e consolazione per capire il dono grande della fede e il privilegio di essere scelti, incoraggiati, inviati a portare una buona notizia. E per sottolineare la missione è stato dato un nome nuovo, carico di significati e progetti…
La grande sfida per il gruppo è stato l’invito ad andare per un programma in Karamoja, una zona considerata dagli Acholi pericolosa e ostile. I rapporti infatti fra le due tribù sono tradizionalmente difficili, e gli Acholi temono molto i fucili dei Karimojon. Entrare nel cuore della Karamoja voleva dire per loro iniziare una strada senza ritorno… “Quando ci fermeranno sulla strada, riconosceranno subito il nostro accento e ci faranno fuori…”ma quando la paura sembrava avere il sopravvento, qualcuno ricordò che la missione si è sempre legata al martirio fin dalle sue origini e così alla fine nessuno ebbe il coraggio di ritirarsi.
Partirono in macchina cantando, ma quando raggiunsero il confine con la Karamoja, ognuno continuò in silenzio la sua preghiera. Arrivati a destinazione trovarono che la gente li aspettava e li accolse con gioia, canti e danze. Tornarono con il cuore colmo di gioia, un nuovo nome Karimojon, un nuovo modo di vedere i tradizionali “nemici”, e la convinzione più profonda che Dio ci precede prepara la strada e compie cose grandi… (Sr Dorina Tadiello, Missionaria Comboniana in Uganda Gulu, e il gruppo Comboni Associates).


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