ASIA/INDIA - I cristiani: per un futuro prospero, il nuovo governo limiti i gruppi estremisti indù

venerdì, 16 maggio 2014

New Delhi (Agenzia Fides) – Mentre il risultato ufficiale delle elezioni indiane ha sancito la vittoria del partito nazionalista “Bharatiya Janata Party” (BJP), il suo leader Narendra Modi, probabile prossimo Primo Ministro, ha annunciato “una nuova era per l’India, libera dalla corruzione e forte di una ripresa economica”. Modi ha anche usato toni molto distesi, esortando all’unità tutta la popolazione indiana: “Mettiamo il popolo al di sopra della politica, facciamo prevalere la speranza sulla disperazione, la guarigione sul male, l'inclusione sull’esclusione e lo sviluppo sulle divisioni”.
In una nota inviata all’Agenzia Fides, i cristiani del “Global Council of Indian Chrsitians” (GCIC), organizzazione che include fedeli di diverse confessioni, osservano che questo sarà possibile se l’esecutivo limiterà l’azione violenza dei gruppi estremisti indù. “Ad esempio – si afferma – il movimento fanatico indù Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) ha già dichiarato che, da un governo guidato da Modi, ci si aspetta l’abrogazione dell’art. 370 della Costituzione (che dà l’autonomia allo stato di Jammu &Kashmir, ndr); la costruzione di un tempio indù sul sito di Ayodhya, conteso tra indù e musulmani; l’introduzione di un Codice Civile unico (mentre oggi, su materie come matrimonio, eredità, etc. vigono legislazioni diverse, a seconda delle comunità religiose, ndr)”.
“Queste dichiarazioni – afferma la nota del GCIC – preoccupano per il futuro ed erodono la fiducia del popolo. L'India è una nazione responsabile, democratica, rispettosa delle minoranze. L'India ha un enorme potenziale di crescita e influenza nel mondo. Questa retorica, foriera di divisioni, rischia invece di distrarre la nazione dal suo percorso di crescita e sviluppo”.
Tutti i cittadini indiani sperano in un futuro prospero per i prossimi anni. Per avviarsi su questra strada, i cristiani indicano alcune priorità al prossimo governo: mantenere e rafforzare l’unità della diversità di razze, culture e religioni, premessa per il benessere comune; ridurre il divario tra ricchi e poveri, per avviare un periodo di pace e armonia; garantire e tutelare i diritti dei dalit e delle minoranze, sanciti dalla Costituzione; combattere la violenza contro le donne. Per raggiungere questi obiettivi, conclude il GCIC, abbiamo bisogno di “uomini lungimiranti, trasparenti, con il cuore nobile e pulito”. (PA) (Agenzia Fides 16/5/2014)


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