AMERICA/MESSICO - I Vescovi denunciano la povertà di 50 milioni di messicani e l’inutilità delle riforme approvate

venerdì, 2 maggio 2014

Città del Messico (Agenzia Fides) – "Le riforme sono necessarie per adeguarsi al presente in cerca di un futuro migliore. Ma non ci dobbiamo illudere! Se non viene riformata la mente e il cuore, la coscienza per creare una vera e propria scala di valori e la nostra capacità di solidarietà fraterna, non ci sarà riforma capace di aiutarci a superare le disuguaglianze intollerabili e le ingiustizie sociali che ci portano ad essere più attenti alla vita privata degli artisti che alla sofferenza dei migranti gettati da un treno per non pagare gli estorsori; oppure vedere solo come statistiche e notizie i sequestri, la tratta di persone, l'attività impunita della criminalità organizzata, il pizzo, la violenza e i corpi decapitati in fosse clandestine".
E’ un brano del comunicato, duro e senza precedenti nei rapporti tra il governo e la gerarchia cattolica, che i Vescovi messicani, riuniti in Assemblea (vedi Fides 30/04/2014), hanno pubblicato mettendo in discussione la validità delle riforme educative, di politica fiscale, sull'energia e sulle telecomunicazioni, recentemente approvate dal governo.
Nella nota inviata all’Agenzia Fides dalla CEM (Conferenza Episcopale Messicana), i Vescovi si dicono preoccupati per il futuro del paese a causa di queste riforme costituzionali, e si interrogano "in quale modo saranno utili, soprattutto per coloro che sono già stati definitivamente emarginati, o non saranno forse una nuova opportunità per chi è abituato a saccheggiare i beni del paese".
La dichiarazione ha provocato ampie polemiche negli ambienti politici, mentre i Vescovi hanno ricordato in Assemblea lo stato di povertà in cui vivono 50 milioni di messicani, mettendo in discussione la reale capacità delle riforme approvate di aiutarli ad uscire da questa situazione. (CE) (Agenzia Fides, 02/05/2014)


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