AFRICA/SUD SUDAN - I Vescovi: “Non escludete la Chiesa e la società civile dai colloqui di pace”

sabato, 1 febbraio 2014

Juba (Agenzia Fides)-Perché la Chiesa è stata esclusa dai colloqui di pace di Addis Abeba? Chiedono i Vescovi di Sudan e Sud Sudan nell’Esortazione pastorale pubblicata al termine della loro Assemblea Plenaria tenutasi a Juba dal 21 al 31 gennaio.
I colloqui nella capitale etiopica, mediati dall’IGAD, sono volti a trovare un accordo di pace definitivo (dopo il cessate il fuoco del 23 gennaio) tra le due fazioni rivali dell’SPLM (Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese, il partito di governo) rispettivamente capeggiate dal Presidente Salva Kiir e dall’ex Vice Presidente Riek Machar, che hanno sprofondato il Sud Sudan nella più grave crisi dalla sua indipendenza nel luglio 2011.
I Vescovi ricordano che le chiese sud sudanesi sono state chiamate a mediare altre situazioni crisi; proprio in questi giorni era stato raggiunto un accordo con la ribellione di David Yau Yau nello Stato di Jonglei, grazie alla mediazione delle chiese (vedi Fides 31/1/2014).
L’esclusione delle chiese e di altri gruppi civili, sottolineano i Vescovi, rischia di minare alla radice ogni futuro accordo raggiunto tra i belligeranti: “quale legittimità può avere un accordo firmato ad Addis Abeba da gruppi militari che determinano il nostro futuro? Una manciata di leader politici provoca una crisi nella quale i loro seguaci devastano il Paese; come si può affidare solo a loro il negoziato senza alcun input da parte dei cittadini?”.
Il documento sottolinea che le violenze scoppiate il 15 dicembre derivano da una crisi di leadership all’interno dell’SPLM, le cui tensioni interne “non devono destabilizzare il Paese”, oltre che dalla diffusione della corruzione e del nepotismo. A questo si aggiungono le tensioni tra le diverse comunità alimentate “dai racconti negativi che avvelenano le relazioni sociali”.
Le violenze dell’ultimo mese hanno colpito in particolare la diocesi di Malakal il cui territorio si estende negli Stati di Jonglei, Alto Nilo e Unità. I Vescovi lanciano un appello alla solidarietà di tutti per aiutare le popolazioni in difficoltà.
Il documento conclude rinnovando l’impegno della Chiesa a contribuire alla pace e alla riconciliazione nazionale e alla promozione umana di Sud Sudan e Sudan. (L.M.) (Agenzia Fides 1/2/2014)


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