AFRICA/CENTRAFRICA - “È compito dello Stato proteggere i suoi cittadini, cristiani e musulmani” appello dei leader religiosi

venerdì, 31 gennaio 2014

Bangui (Agenzia Fides)- “Occorre che la Repubblica Centrafricana sia uno Stato laico, che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge (..) È compito dello Stato proteggere i suoi cittadini, cristiani e musulmani, non delle milizie o di gruppi armati” hanno ribadito Mons. Dieudonné Nzapalainga e l’Imam Oumar Kobine Layama, Presidente della Comunità islamica centrafricana, al termine della loro visita a Parigi. Lo riferisce il sito del quotidiano cattolico francese “La Croix”.
I due leader religiosi hanno percorso insieme l’Europa per attirare l’attenzione sul dramma della Repubblica Centrafricana, in preda alla guerra civile.
L’Arcivescovo e l’Imam di Bangui hanno ricordato che fin dal 15 dicembre 2012, insieme al Pastore Nicolas Guerékoyame Gbangou, Presidente delle Chiese Evangeliche, hanno dato vita ad una piattaforma inter-confessionale per placare le tensioni ed evitare l’aggravarsi del conflitto, formando preti, pastori e imam a creare dei meccanismi di dialogo e di mediazione.
Di fronte alle violenze dell’ultimo anno che hanno coinvolto le diverse comunità del Paese, Mons. Nzapalainga riconosce che “per arrivare a questa situazione, è occorso che la religione sia stata fortemente strumentalizzata”. Ma i due leader religiosi denunciano che questo è accaduto anche grazie alla presenza nelle file di Seleka di diversi mercenari provenienti da Ciad e Sudan che hanno vessato la popolazione cristiana centrafricana. Questo a sua volta ha creato un sentimento di risentimento nei confronti dei musulmani locali, considerati in qualche modo complici dei ribelli Seleka, ma Mons. Nzapalainga afferma che le stesse comunità musulmane erano prigioniere: “Di fronte a uomini in armi siete impotenti”.
L’Arcivescovo ha concluso lanciando un allarme sulla possibilità che il Centrafrica attiri jihadisti da altre parti del mondo: “Certi estremisti, in Afghanistan o in Somalia, non attendono che una parola per precipitarsi in Centrafrica. Anche per questo occorre proteggere i musulmani locali” (L.M.) (Agenzia Fides 31/1/2014)


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