ASIA/LIBANO - La Chiesa maronita contraria a un governo “neutrale” e al rinvio delle elezioni presidenziali

venerdì, 3 gennaio 2014

Beirut (Agenzia Fides) – Gli alti rappresentanti della Chiesa maronita sono contrari alla ventilata creazione di un governo “di fatto” che non rappresenti gli equilibri delle forze politiche operanti nel Paese dei Cedri. Lo ha dichiarato il Vescovo Boulos Nabil El-Sayah, riferendo considerazioni attribuite alla Curia maronita. “Bkerkè [sede del Patriarcato maronita] è contraria a un governo del 'fatto compiuto' poiché esso risulterà provocatorio, causerà reazioni contrarie e non riceverà la fiducia in parlamento”, ha spiegato il vescovo El-Sayah in un'intervista pubblicata sul quotidiano Al- Joumhouria. L'ipotesi di creare un governo simile, a giudizio del Vescovo maronita, rappresenta un pericolo per “l'intera società libanese”, poiché rischia di alimentare le derive conflittuali che già scuotono il Paese dopo la recente nuova ondata di attentati.
Lo stallo politico apertosi in Libano otto mesi fa per i veti incrociati dei due blocchi politici che si contrappongono nel Paese – la coalizione dell'8 marzo e quella del 14 marzo – appare insostenibile, ora che il Paese sembra poter precipitare di nuovo nel caos. La coalizione dell'8 marzo – che comprende il partito sciita Hezbollah e la Corrente Patriottica Libera, guidata dal generale maronita Michel Aoun – ha proposto la formazione di un governo che attribuisca 9 ministri a ciascuno dei due blocchi contrapposti e 6 ministri ai centristi indipendenti. A questa proposta si contrappone l'idea di un governo “neutrale”, che punta all'uscita di Hezbollah dal governo e avrebbe il probabile effetto collaterale di far rinviare le elezioni presidenziali, in programma per il prossimo maggio. (GV) (Agenzia Fides 3/1/2014).


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