ASIA/GIORDANIA - I profughi siriani nella morsa del freddo e della neve

giovedì, 12 dicembre 2013

Amman (Agenzia Fides) – La tempesta Alexa, che da lunedì ha rovesciato neve e pioggia gelida sull'area del Mediterraneo orientale, rende insostenibili le condizioni di vita già drammatiche sopportate da centinaia di migliaia di profughi siriani fuggiti dalle zone di guerra. “Nello sconfinato campo profughi di Zaatari” riferisce a Fides Wael Suleiman, Direttore di Caritas Giordania – la tempesta ha anche fatto volare molte tende. Tutti soffrono. Anche fuori dal campo organizzato c'è che vive nelle stesse condizioni. Come Caritas abbiamo intensificato la distribuzione di coperte e stufe. Dall'inizio dell'emergenza profughi, ne abbiamo assistiti 200mila. Ma continuano a arrivare, pur con la neve e il gelo, e non riusciamo a far fronte ai bisogni di questa marea di donne, bambini e uomini che fuggono dalla guerra verso una vita fatta di stenti e sofferenze”. Solo l'11 dicembre, in Giordania sono arrivati più di 700 nuovi profughi siriani. Ai primi di dicembre, il numero di rifugiati siriani presenti in territorio giordano aveva raggiunto la cifra esorbitante di un milione e 322mila persone. E la stessa emergenza climatica colpisce i rifugiati in Libano, soprattutto nei campi di fortuna della valle della Bekàa e nel distretto dell'Akkar, dove vivono nelle tende sommerse dalla neve almeno 80mila persone. In territorio libanese continuano a arrivare i siriani che fuggono dalla regione montuosa del Qalamun, anch'essa coperta di neve, dove nelle ultime settimane si è intensificato il conflitto armato tra esercito regolare e fazioni ribelli. E finita sotto la neve anche Maalula, il villaggio con abitazioni rupestri da dove sono state prelevate nei giorni scorsi da gruppi di ribelli le suore del monastero di Santa Tecla. (GV) (Agenzia Fides 12/12/2013).


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