AMERICA/PERU’ - Esclusione e discriminazione, ma anche lotta e resistenza per le donne indigene di tutto il mondo

giovedì, 7 novembre 2013

Lima (Agenzia Fides) – Povertà, ignoranza, indifferenza, sono parole spesso associate ai gruppi indigeni sparsi per il mondo, i più colpiti dalle discriminiazioni per opportunità, redditi e accesso ai servizi basilari. Il fenomeno si aggrava quando si tratta di donne. L’argomento è stato ampiamente affrontato nel corso della Conferenza Mondiale delle Donne Indigene, appena concluso a Lima, dove le leader di varie etnie, provenienti da diversi Paesi del mondo, hanno lanciato il loro appello ai governi e alla società in generale per porre fine alla discriminazione e alla violenza che subiscono sia dentro che fuori dai loro territori. Le 200 rappresentanti hanno chiesto ai governi una maggiore presenza nell’agenda sociale. Nonostante le differenze etniche, linguistiche e culturali, hanno condiviso in piena sintonia storie e esperienze simili di esclusione e discriminazione, ma anche di lotta e di resistenza. Secondo la Commissione Economica per America Latina e Caraibi (CEPAL), solamente in America Latina ci sono più 23 milioni di donne indigene che affrontano profonde disuguaglianze sociali, etniche e di genere. In Africa e in Asia sono il triplo. Nel 2004, il Foro Permanente per le Popolazioni Indigene ha riconosciuto che le donne originarie sono tra i gruppi più emarginati e subiscono discriminazioni non solo per questioni di genere, ma anche di etnia, cultura e classe sociale. L’ONU, dal canto suo, segnala che la violenza contro le indigene ha forme diverse, tra stupri, prostituzione forzata, violenza nei conflitti armati, schiavitù sessuale, mutilazione genitale, più altre pratiche e tradizioni nocive. La violenza sessuale è la più diffusa. In Perù, ad esempio, circa il 37,6% delle donne indigene hanno subito violenza fisica o sessuale da parte dei congiunti. Inoltre, secondo il Fondo dell’ONU per la Popolazione, milioni di queste donne e bambine, la maggior parte in Africa, Medio Oriente e Asia, sono state sottoposte alla mutilazione genitale. Secondo le Nazioni Unite, in tutto il mondo ci sono circa 370 milioni di indigene, e rappresentano il 5% della popolazione mondiale e il 15% dei poveri del pianeta. (AP) (7/11/2013 Agenzia Fides)


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