AFRICA/ANGOLA - “L’aborto è una minaccia all’esistenza stessa della nazione” affermano i Vescovi

giovedì, 7 novembre 2013

Luanda (Agenzia Fides)- L’aborto non va solo contro la legge divina, ma anche contro l’identità culturale angolana ed è quindi una minaccia all’esistenza stessa della nazione. È quanto affermano i Vescovi angolani nel messaggio pastorale pubblicato al termine dell’Assemblea Plenaria della CEAST (Conferenza Episcopale di Angola e Sao Tomé).
Ricordando che la vita è sacra “fin dal concepimento” perché “siamo di fronte a una vita indipendente con un proprio unico DNA”, il messaggio sottolinea che “nessun essere umano può arrogarsi il diritto di sopprimerla sotto qualsiasi pretesto. Così, i genitori, gli amici, gli educatori e gli operatori sanitari non dovrebbero consigliare o facilitare l'aborto. Piuttosto, dovrebbero incoraggiare l'accettazione di una nuova vita, a prescindere dalle circostanze in cui è stata concepita”.
I Vescovi affermano inoltre che dal punto di vista della cultura angolana l’’aborto “costituisce un disprezzo per i valori fondamentali della società angolana. Per qualsiasi angolano, a prescindere dalla religione, con o senza la conoscenza del Vangelo, la vita è sempre sacra ed è il primo bene di questo mondo. Pertanto, qualsiasi minaccia contro la vita, destabilizza radicalmente la nostra società”.
“Per questo motivo- continuano i Vescovi –riteniamo che la possibile depenalizzazione dell'aborto sarebbe un vero e proprio attentato alla sicurezza nazionale e alla nostra sopravvivenza come popolo. In realtà, come dicono gli esperti di politica demografica, "la procreazione determina il futuro delle nazioni."
“Ricordiamo a tutti che l'Angola è un paese cristiano da secoli. Pertanto, si prevede che il Parlamento eletto a larga maggioranza da cristiani e composto principalmente da credenti, adempierà al dovere di rispettare la volontà dei loro elettori” conclude il messaggio.
Nel comunicato finale della CEAST i Vescovi esprimono solidarietà al Vescovo di Viana e di tutti i cristiani di Angola per la profanazione del Santuario di Muxima (vedi Fides 28/10/2013). Si ricorda inoltre il dramma delle popolazione del sud che sono in emergenza alimentare, mentre viene annunciato uno studio multidisciplinare (con il coinvolgimento di antropologi, psicologi, sociologi e teologi) per determinare la base culturale del fenomeno dei bambini accusati di stregoneria, diffuso soprattutto nel nord del Paese. (L.M.) (Agenzia Fides 7/11/2013)


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