AMERICA/BRASILE - “Sono nato in questa terra e per questa terra posso anche morire”: testimonianza al Primo Incontro della Chiesa nella Amazzonia

martedì, 29 ottobre 2013

Manaus (Agenzia Fides) – "Io sono nato in questa terra, sono cresciuto in questa terra e per questa terra posso anche morire": sono le parole di Catarino dos Santos Costa, 35 anni, che dal 2009 è minacciato di morte a causa della sua lotta per la richiesta dei titoli di proprietà delle terre di Quilombo Cruzeiro, nel comune di Palmeirândia, stato del Maranhão. Anche se è dovuto rimanere nascosto per otto mesi, per non essere ucciso, Catarino Costa non ha alcuna intenzione di arrendersi: “Ho fatto un giuramento nel 2001, che non avrei mai mollato i quilombos, per aiutare i miei compaesani, e rimanere insieme ai quilombolas, ai quedradeiras di cocco, ai ribeirinhos e alle altre comunità tradizionali".
Catarino dos Santos Costa, padre di cinque figli, oltre ad essere un leader forte nel Quilombo Cruzeiro, fa parte del MOQUIBOM (Movimento Quilombo di Maranhão), ed è uno dei relatori al Primo Incontro della Chiesa cattolica dell’Amazzonia, in corso in questi giorni a Manaus (vedi Fides 12/10/2013). La nota inviata all’Agenzia Fides dalla Commissione per l’Amazzonia della Conferenza Episcopale del Brasile riporta che oggi in Brasile ci sono circa 3.000 comunità quilombolas, di queste solo 193 hanno il titolo di proprietà delle terre che occupano. Il primo titolo è stato concesso nel 1995, sette anni dopo la promulgazione della Costituzione del 1988, che garantisce i diritti alla terra ai quilombolas. La disputa per i titoli di proprietà ha avuto inizio nel 1998 e nel 2009 la situazione si è aggravata quando gli imprenditori agricoli (fazendeiros) si autodefinirono proprietari della zona. Nel 2010 i residenti della comunità hanno subito uno sfratto, con il sostegno del governo, che è stato sempre dalla parte dei fazendeiros. (CE) (Agenzia Fides, 29/10/2013)


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