ASIA/FILIPPINE - Due anni dopo, resta impunito l’omicidio di p. Fausto Tentorio

mercoledì, 23 ottobre 2013

Kidapawan (Agenzia Fides) – A due anni dal delitto, resta impunito l’omicidio del missionario PIME p. Fausto Tentorio, ucciso il 17 ottobre 2011 nella sua parrocchia di Arakan, nella provincia di Nord Cotabato, sull’isola di Mindanao (Filippine Sud). E le indagini – notano fonti locali di Fides – sono “in alto mare”. “Cerchiamo di tenere viva la speranza di giustizia”, ha detto il Vescovo di Kidapawan, Mons. Romulo de la Cruz, durante la celebrazione eucaristica in occasione del secondo anniversario della morte del missionario. “Continuiamo a pregare e a sperare”, ha esortato il Vescovo, ricordando il passo evangelico che recita “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. Come appreso da Fides, alla celebrazione erano presenti oltre mille persone, fra parrocchiani, fedeli, indigeni, attivisti di gruppi e associazioni che reclamano giustizia.
Finora, notano gli attivisti, non sono state depositate prove contro gli indagati. Come riferiscono fonti locali di Fides, l’inchiesta sul delitto è arenata in un selva di indicazioni contraddittorie e di depistaggi. Tre testimoni che avevano indicato, fra gli autori del delitto, i fratelli Jose e Dimas Sampulna hanno ritrattato, scagionandoli. Dopo la ritrattazione, Gregorio Andolana, avvocato della diocesi di Kidapawan, ha chiesto ulteriori indagini, e il Procuratore capo le ha disposte. Fra gli indagati sono rimasti i fratelli Jimmy e Robert Ato, arrestati a dicembre 2011, e cinque membri del gruppo paramilitare “Bagani”, guidati da Jan Corbala, detto anche “Comandante Iring”. Anche i fratelli Ato, però, oggi vengono scagionati da un altro testimone oculare, che in precedenza li aveva accusati.
Il confratello di p. Fausto, p. Peter Geremia, PIME è convinto che “qualcuno sta cercando di bloccare o sviare le indagini”, e rilancia i sospetti sui gruppi paramilitari che pattugliano l’area. Costoro, però, afferma in una nota giunta a Fides, “sembrano intoccabili”. “Continuiamo a sfidare un sistema di impunità e un sistema di corruzione”, sottolinea il missionario, spiegando che il suo impegno “è per p. Fausto ma anche per le altre vittime di esecuzioni extragiudiziali”. P. Tentorio era noto per la sua opera di sensibilizzazione e sviluppo dei popoli indigeni, per l’impegno in difesa dei diritti umani e per la tutela dell’ambiente. (PA) (Agenzia Fides 23/10/2013)


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