AFRICA/SUDAN - In aumento gli atti intimidatori contro la Chiesa

giovedì, 26 settembre 2013

Khartoum (Agenzia Fides)- Sono in aumento gli atti intimidatori nei confronti di sacerdoti e missionari da parte delle autorità del Sudan. Lo denunciano all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale che per motivi di sicurezza hanno richiesto l’anonimato.
In particolare nel mese di settembre quattro sacerdoti sono stati convocati a più riprese dai servizi di sicurezza (Sudan National Security Intelligence Agency) per essere interrogati.
Un sacerdote ha riferito che nel corso degli interrogatori gli uomini della sicurezza lo hanno accusato di essere una spia al servizio di un altro Paese africano, avendo tra l’altro trascorso un periodo di addestramento all’estero. Il sacerdote ha risposto con calma che le accuse sono ingiustificate come dimostrato dal suo passaporto nel quale sono assenti timbri recenti di entrata e di uscita dal Paese.
Sia il passaporto sia il cellulare del religioso sono stati trattenuti dagli ufficiali della sicurezza “per accertamenti”.
Secondo le nostre fonti questo episodio è solo un esempio degli atti intimidatori condotti dalle autorità sudanesi nei confronti della Chiesa cattolica. Negli ultimi tempi infatti alcuni centri ecclesiali sono stati chiusi, diversi sacerdoti e missionari stranieri sono stati costretti a lasciare il Paese, mentre ad altri non è stato rinnovato il permesso di soggiorno oppure rifiutato l’ingresso nel Paese. Infine le riunioni ecclesiastiche e i movimenti dei fedeli sono controllati da una rete di informatori.
Il governo di Khartoum ha già espulso tutti i missionari stranieri delle altre chiese cristiane. Si teme ora che anche il futuro della Chiesa cattolica in Sudan sia a rischio. (L.M.) (Agenzia Fides 26/9/2013)


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