AFRICA/CENTRAFRICA - “Interveniamo subito per impedire che il Centrafrica diventi la Somalia dell’Africa centrale”

venerdì, 14 giugno 2013

Bangui (Agenzia Fides)-Esecuzioni sommarie,violenze sessuali, attacchi mirati in base all’appartenenza religiosa ed etnica, arresti di sostenitori dell’opposizione e dei loro familiari, torture, sparizioni, reclutamento di bambini soldato, saccheggi su vasta scala. Sono questi i crimini commessi nella Repubblica Centrafrica denunciati in un appello sottoscritto da una serie di gruppi della società civile, tra cui Secours Catholique/Caritas France.
Da quando la coalizione Seleka ha cacciato l’ex Presidente François Bozizé, “la popolazione, principale vittima del gioco politico-militare, da mesi è in sofferenza” afferma il comunicato. “Alcuni organismi delle Nazioni Unite, qualche ONG e le Chiese cercano di far fronte alla sofferenza della popolazione che manca di tutto: cure mediche, alimentazione….in tutto il Paese, le scuole sono chiuse. Bangassou nell’est del Paese, riceve rifornimenti solo grazie ai voli umanitari: non c’è acqua, né carburante, dunque niente elettricità”.
L’instabilità nella quale è sprofondato il Paese è così profonda che ci si chiede se “il Centrafrica diventerà la Somalia dell’Africa centrale. Questa “no man’s land” istituzionale potrebbe attirare i terroristi della Nigeria e del Mali, o l’Esercito di Resistenza del Signore (LRA), che troverebbero facilmente rifugio in questo Paese di 4.5 milioni di abitanti distribuiti su 650.000 Km2”.
Di conseguenze i sottoscrittori dell’appello chiedono “alla Francia e ai Paesi europei ed africani di rivedere la loro posizione. È urgente portare aiuto umanitario a una popolazione in pericolo e favorire allo stesso tempo il ristabilimento del processo democratico. È necessario inoltre che le nuove autorità centrafricane prendano provvedimento per restaurare la sicurezza e per ristabilire il funzionamento dell’amministrazione e dei servizi sociali di base”. (L.M.) (Agenzia Fides 14/6/2013)


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