AFRICA/CONGO RD - Con la ripresa delle ostilità l’M23 cerca di condizionare i negoziati di Kampala

sabato, 1 giugno 2013

Kinshasa (Agenzia Fides)- La ripresa delle ostilità dell’M23 (vedi Fides 23/5/2013)) alla vigilia del dispiegamento della brigata d’intervento della Missione dell’ONU per la stabilizzazione della RDC (MONUSCO), che ha il compito di disarmare i vari gruppi armati ancora attivi nel Nord Kivu, viene interpretato come un tentativo di condizionare i negoziati in corso a Kampala (Uganda) tra il governo di Kinshasa e la dirigenza del movimento.
Secondo una nota inviata a Fides dalla Rete Pace per il Congo, lo stallo che si era registrato a metà maggio nei negoziati non aveva provocato scontri significativi tra l’esercito congolese e l’M23, “anche se il livello di insicurezza rimaneva alto”. “La situazione- ricorda la nota- è radicalmente cambiata il 20 maggio, quando l’M23 ha ripreso le ostilità”. “Gli obiettivi possono essere tre, in particolare: ostacolare l’imminente dispiegamento della brigata di intervento della MONUSCO, perturbare la visita del Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon a Kinshasa (visita effettuata il 22 maggio, ndr.) e costringere il governo congolese a riprendere i negoziati di Kampala, in condizione di debolezza”. L’M23, secondo la Rete Pace per il Congo, può sfidare apertamente l’ONU perché dispone di importanti appoggi internazionali, che si estendono anche ad alcuni membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Se si vuole veramente porre fine all’instabilità del Nord Kivu, afferma la nota, occorre MONUSCO ed esercito congolese collaborino effettivamente per disarmare e smobilitare i diversi gruppi armati presenti nella regione. Il Governatore della provincia, Julien Paluku, nel suo discorso in occasione della visita a fine aprile dell’Inviato speciale delle Nazioni Unite per la regione dei Grandi Laghi, Mary Robinson, ha affermato che “attualmente, la provincia del Nord Kivu deve far fronte a due grandi minacce: 1) la minaccia delle forze negative straniere, tra cui le FDLR (arrivate dal Ruanda nel 1994) e l’ADF-NALU (provenienti dall’Uganda nel 1986). Questi gruppi armati continuano a commettere saccheggi, stupri e massacri. 2) la minaccia dei gruppi armati locali, tra cui l’M23 e più di 15 altri gruppi armati, noti come Mai-Mai. Tra i gruppi armati locali, l’M23 è la minaccia maggiore”. (L.M.) (Agenzia Fides 1/6/2013)


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