ASIA/TERRA SANTA - Il Muro nella valle di Cremisan cambia percorso, ma non si ferma

venerdì, 26 aprile 2013

Beit Jala (Agenzia Fides) - Il Comitato speciale d'appello israeliano per la confisca di terre in stato d'emergenza ha emesso il suo verdetto sui ricorsi presentati da un convento di suore salesiane e da numerose famiglie di contadini palestinesi contro il tratto di Muro di separazione che le autorità israeliane vogliono erigere nella Valle di Cremisan. Il pronunciamento emesso il 24 aprile stabilisce una modifica del tracciato del Muro, affinchè il convento di suore rimanga accessibile dalla città di Beit Jala e dai Territori palestinesi.
La soluzione adottata cade a due mesi dall'ultima udienza, e rappresenta il punto d'arrivo provvisorio di una battaglia legale in corso da sette anni. La costruzione del Muro di separazione secondo il tracciato alternativo – che circonderà da tre lati il convento delle suore e porterà comunque alla confisca della gran parte delle terre ad esso appartenenti – rappresenta secondo lorganismo israeliano un compromesso ragionevole tra le esigenze di sicurezza di Israele e le istanze della libertà di religione e di educazione a cui avevano fatto appello i rappresentanti legali del convento. Dal canto suo, la Society of St Yves – l' organizzazione cattolica per i diritti umani che aveva intentato la causa legale anche a nome dell'Assemblea dei vescovi cattolici di Terra Santa - in un comunicato pervenuto all'agenzia Fides prende atto della modifica del percorso del muro, ma ribadisce “l'ingiustizia del provvedimento che non tiene conto soprattutto del danno economico provocato alla comunità cristiana di Beit Jala dalla sua costruzione”. Secondo i responsabili della Society od St.Yves, la corte d'appello ha ignorato tutte le testimonianze dei proprietari terrieri sui danni a loro provocati dall'avanzamento del Muro e anche i dati forniti sullo scempio ambientale che deturperà la valle di Cremisan. Gli estensori del verdetto ritengono che un cancello agricolo dovrebbe essere sufficiente a garantire ai contadini palestinesi l'accesso ai propri terreni agricoli destinati a rimanere al di là della barriera.
Il Comitato d'appello enfatizza il valore vincolante del suo pronunciamento, ribadendo che non rientra nelle sue competenze poter autorizzare eventuali soluzioni alternative che implicherebbero lo smantellamento di sezioni del Muro già erette da tempo. La Society of St. Yves, dal canto suo, si riserva la possibilità di far ricorso all'Alta Corte di giustizia dell Stato d'Israele. (GV) (Agenzia Fides 26/4/2013).


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