AFRICA/CONGO RD - Iniziativa dei gesuiti contro le armi che alimentano la crisi dei Grandi Laghi

mercoledì, 3 aprile 2013

Kinshasa (Agenzia Fides)- Accrescere la sensibilizzazione dell’opinione pubblica internazionale sulla crisi nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) e monitorare i flussi di armi che alimentano la guerra nella regione. Sono queste le azioni che verranno condotte nell’ambito della Jesuit Great Lakes Advocacy Initiative, promossa da alcune organizzazioni legate alla Compagnia di Gesù.
Secondo un comunicato inviato all’Agenzia Fides, rappresentanti di Global Ignatian Advocacy Network (GIAN), del Jesuit African Social Centers Network (JASCNET), del Jesuit Refugee Service Great Lakes, del Jesuit Refugee Service Eastern Africa, dell’African Jesuit Aids Network (AJAN), e dell’Hekima Institute of Peace and International Relations (HIPSIR) si sono riuniti a Nairobi (Kenya) dal 24 al 28 marzo per valutare le iniziative da intraprendere per un’azione comune di sensibilizzazione sulla crisi nei Grandi Laghi.
“Da quasi 20 anni- afferma il comunicato- conflitti e guerre colpiscono milioni di donne, bambini e uomini nella regione dei Grandi Laghi. Nell’est della RDC, due milioni di persone continuano a soffrire a causa di imponenti sfollamenti di popolazioni e di violazioni quotidiane dei diritti umani, quali violenze sessuali e reclutamento di bambini soldato”. “Tra le diverse cause di questo conflitto- si ricorda nel documento-la proliferazione e il traffico di armi illegali nella RDC alimentano l’escalation della violenza e l’instabilità nella regione”.
Pur riconoscendo gli sforzi messi in opera dalla comunità internazionale per fermare il conflitto, le organizzazioni promesse dai gesuiti ritengono che “non sono stati intrapresi passi significativi per sradicare la cause che sono ad origine del conflitto”. Per questo è nata la Jesuit Great Lakes Advocacy Initiative che avrà come compito di accrescere la consapevolezza di tutte le parti in causa nella regione del legame tra il conflitto e la proliferazione delle armi, e di tracciare l’origine dei flussi di armi verso l’area, conducendo ricerche approfondite sul campo. (L.M.) (Agenzia Fides 3/4/2013)


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