AMERICA/COLOMBIA - “Perché non possiamo convivere in pace?” si chiede l’Arcivescovo di Medellin

lunedì, 18 marzo 2013

Medellin (Agenzia Fides) – Alla vigilia di un week-end violento nel quale 31 persone sono state uccise, l'Arcivescovo di Medellin, Sua Ecc. Mons. Ricardo Antonio Tobon Restrepo, aveva espresso la sua preoccupazione per la violenza che affligge la città.
In una lettera indirizzata alla città l’Arcivescovo ha posto 15 domande sulla situazione locale, precedute da una premessa: "si parla della città di Medellín come la città più colta della Colombia, come modello di città innovativa. Tutto questo deve essere vero, se lo si ripete tanto. Ci rallegriamo per le cose buone di Medellin. Ma sappiamo anche che la nostra regione è la più violenta del Paese, gli anni passano e non riusciamo a convivere in modo pacifico, perché ogni giorno si uccide nei nostri quartieri".
Quindi ci si domanda: “Perché si continua a parlare di micro-traffico (di droga) quando si tratta di un business di oltre due miliardi di pesos all'anno? Come è possibile commissionare un omicidio a poco prezzo? Perché se c'è un miglioramento delle infrastrutture, la povertà non diminuisce? Perché i media non riportano esattamente la situazione di violenza che vive l'area metropolitana?”
“Stiamo vivendo una recrudescenza della violenza, che genera terrore, miseria e morte. Non dobbiamo rimandare il momento di agire tutti con un vasto piano a lungo termine, perché a queste possiamo solo rispondere insieme".
(CE) (Agenzia Fides, 18/03/2013)


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