ASIA/NEPAL - Lo stato riconosce il “terzo genere sessuale”, ma le religioni non danno peso al problema

sabato, 9 febbraio 2013

Kathmandu (Agenzia Fides) – Il Nepal riconosce l'esistenza del “terzo genere sessuale”: i cittadini nepalesi potranno registrarsi presso gli uffici del ministero degli interni facendo apparire sulla carta di identità o sul certificato di cittadinanza la dicitura “terzo genere”. La disposizione è giunta dopo che, nel 2007, la Corte suprema del Nepal aveva ordinato al governo di promulgare leggi che garantissero i diritti dei cittadini transgender, omossessuali e bisessuali. Secondo dati di organizzazioni locali, vi sarebbero nel paese circa 350.000 persone del “terzo sesso”.
P. Pius Perumana, pro-Vicario Apostolico del Nepal, interpellato dall’Agenzia Fides sulla questione, risponde: “Non credo che questo sia un problema molto grande in Nepal. Socialmente e culturalmente il Nepal resta ancora una società tradizionalista. Fin dai tempi antichi, nel subcontinente indiano esistono persone che avevano subito mutilazioni genitali o transessuali che usano cantare e danzare in cerimonie come le nozze o il parto, ricevendo in cambio cibo o denaro. Questa pratica è diffusa del nord dell'India e molto probabilmente da lì è giunta in Nepal”.
Il Vicario nota che nel recente passato il fenomeno è stato in qualche modo “strumentalizzato” da organizzazioni estere che “con denaro e influenza, hanno anche ottenuto sentenze dei tribunali in loro favore e spazio nei mass-media”. P. Pius assicura che i gruppi e le comunità religiose, fra le quali la Chiesa cattolica, non hanno dato peso a questa “battaglia”, in quanto “si concentrano su ben altre, urgenti questioni che riguardano la vita quotidiana dei nepalesi: povertà, corruzione, disuguaglianza, sistema politico instabile, mancanza di istruzione e di strutture sanitarie, violazione dei diritti umani, impunità”. (PA) (Agenzia Fides 9/2/2013)


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