ASIA/INDIA - I dieci punti della Chiesa indiana per l’Anno della Fede

mercoledì, 30 gennaio 2013

Mangalore (Agenzia Fides) – Come rafforzare la fede della popolazione? Come rispondere alle sfide pastorali (come la povertà e la presenza delle sette) e alle necessità spirituali dei fedeli? Nel pieno dell’Anno della Fede, la Chiesa indiana si interroga e mette a fuoco “dieci punti fondamentali” per vivere in pienezza questo tempo che Benedetto XVI ha consegnato a tutta la Chiesa universale.
Come riferito all’Agenzia Fides, in un incontro tenutosi ieri, 29 gennaio, a Mangalore, promosso dal Vescovo Mons. Aloysius Paul D’Souza, alla presenza di clero, religiosi e fedeli laici, la Chiesa indiana ha rimarcato che l’Anno della Fede richiama ogni credente a “rimettere a fuoco il distacco dai beni terreni e l'impegno per la giustizia sociale”. Guidata dal francescano P. Nithiya Sagayam, OFM Cap, Segretario esecutivo dell’Ufficio per lo Sviluppo Umano nella Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia (FABC), l’assemblea ha ribadito che urge pianificare, in ogni diocesi, modalità e mezzi per rendere efficace l’Anno della Fede, traducendone i contenuti a livello pastorale, per i vari ambiti e le vari fasce d’età.
L’assemblea ha approvato un programma in dieci punti, inviato all’Agenzia Fides:
1. Raccontare a bambini e giovani la storia della fede e dei sacrifici compiuti per far germogliare la fede nei diversi territori.
2. Creare speciali “équipe della fede” per l’animazione in tutte le diocesi, che operino con associazioni, anziani, giovani, famiglie;
3. Rafforzare la solidarietà verso i bisognosi, con team di volontari;
4. Istituire delle speciali “équipe della pace” che promuovano unità e riconciliazione nelle famiglie e nei villaggi;
5. Celebrare le “Giornate della Pace” per genitori, coppie, giovani, donne;
6. Riprendere piani di azione concreti per i diritti dei poveri e degli oppressi (sicurezza alimentare, eguaglianza di genere, giusti salari, diritti del bambino, ecc);
7. Costruire buoni rapporti con i funzionari del governo locale;
8. Attivare l’Adorazione eucaristica in tutte le chiese;
9. Dare una attenzione particolare ai gruppi di giovani, alle famiglie, ai migranti, ai malati;
10. Iniziare la Quaresima come “tempo di trasformazione”, concentrandosi sulla riconciliazione tra persone, famiglie, comunità. (PA) (Agenzia Fides 30/1/2013)


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