ASIA/COREA DEL SUD - Il nuovo governo prepara la “stangata fiscale” sulle comunità religiose

venerdì, 11 gennaio 2013

Seul (Agenzia Fides) – Il governo della Corea del Sud, guidato dalla nuova presidente Park Geun-hye, del Partito conservatore Saenuri, si sta preparando a introdurre, nella nuova legge fiscale che sarà varata alla fine di gennaio, la tassazione per i redditi e gli introiti acquisiti dalle diverse comunità religiose e dai loro rappresentanti.
La possibilità di imporre tasse ai leader religiosi (soprattutto preti cristiani e monaci buddisti), che finora godono di un regime di esenzione fiscale, era stata ventilata già dal governo precedente. In Corea del Sud, i religiosi sono considerati esenti da tasse poichè compiono “un servizio spirituale”. Come notano fonti di Fides, ci sono in Corea chiese protestanti ed evangeliche divenute vere e proprie imprese, gestendo mass-media, negozi, beni immobili, investimenti azionari.
La tassazione, affermano gli osservatori, potrebbe contribuire a migliorare la trasparenza e la credibilità nella gestione finanziaria delle fondazioni religiose. Inoltre “la tassa sulla religione” potrebbe essere un gesto simbolico per sostenere il principio di uguaglianza e di equità. Secondo un recente sondaggio effettuato dal “Korean Institute for Religious Freedom”, su 1.000 intervistati, il 65% si è detto favorevole ad applicare le imposte ai gruppi religiosi.
In un recente seminario, il “Consiglio Nazionale delle Chiese in Corea”, che rappresenta le Chiese protestanti con 21mila comunità e oltre 6,4 milioni di seguaci, ha discusso la questione, affermando che un regime di tassazione potrebbe aiutare le chiese a mantenere la trasparenza, ottenendo maggiore fiducia dal pubblico. Mentre alcuni leader religiosi hanno espresso riluttanza, altri rappresentanti della Chiesa cattolica e protestante e l’Ordine Jogye, il più grande gruppo buddista del paese, si sono detti disposti a “onorare i propri obblighi fiscali”. (PA) (Agenzia Fides 11/1/2013)


Condividi: