ASIA/LIBANO - I media legati a Hezbollah rendono omaggio alla festa cristiana del Natale

giovedì, 3 gennaio 2013

Beirut (Agenzia Fides) – In Libano il tempo di Natale attualmente in corso è contraddistinto anche per la singolare copertura che i media affiliati a Hezbollah hanno dedicato alle celebrazioni cristiane. Nel giorno di Natale, il 25 dicembre, la radio Al-Nour ha reso omaggio alla nascita di Cristo con una selezione di canti religiosi. Il principale canale televisivo legato alla formazione politica sciita ha scandito la sua programmazione con gli auguri di Natale rivolti ai cristiani, mentre i servizi informativi dedicavano ampio spazio alle celebrazioni natalizie, sottolineando la partecipazione di rappresentanti Hezbollah alle cerimonie ufficiali e rimarcando il titolo di “profeta” riconosciuto dall'Islam a “Gesù, il figlio di Maria”. Anche l'ambasciata iraniana a Beirut ha distribuito biglietti di augurio che celebravano la festa per la nascita del “Profeta Gesù, figlio di Maria”.
“La sollecitudine di molti media musulmani nel felicitarsi per le celebrazioni del Natale - commenta all'Agenzia Fides p. Paul Karam, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Libano - richiama la specificità tradizionale della vita libanese, dove cristiani e musulmani condividono una certa socialità anche a livello delle feste religiose. Quando ero piccolo, prima della guerra, ricordo i miei genitori che andavano dai nostri vicini musulmani in occasione del Ramadan e di altre festività islamiche, mentre loro venivano da noi nel tempo di Natale e per la Pasqua. In questi giorni, anche molti bambini delle venti famiglie di profughi siriani musulmani ospitate nel quartiere, sono venuti in parrocchia a prendere dei piccoli regali natalizi, come hanno fatto i figli dei profughi cristiani”.
Nell'atteggiamento delle varie componenti religiose e politiche libanesi davanti alle celebrazioni cristiane del Natale si riflettono in parte anche le logiche di appartenenza agli schieramenti contrapposti, nella fase delicata e incerta vissuta dal Paese dei cedri. Ad esempio, i media legati al Movimento Patriottico Libero – la formazione cristiana maronita guidata dal generale Michel Aoun e alleata con gli sciiti di Hezbollah – ha dato ampio risalto alle campagne dei gruppi salafiti locali contro il Natale cristiano, sottolineando la matrice sunnita dell'integralismo salafita. Ampi servizi hanno documentato le pressioni esercitate sulla municipalità di Tripoli – la città dove i gruppi salafiti fanno sentire in maniera rilevante la propria influenza – per ridurre al minimo le decorazioni natalizie nelle strade e nelle piazze, da loro bollate come blasfeme e contrarie agli insegnamenti islamici.
In sincronia con le campagne alimentate da diversi capi e gruppi islamisti in altri Paesi a maggioranza musulmana, anche in Libano il leader salafita Omar Bakri Fostock (conosciuto come “l'Ayatollah di Tottenham” per il ruolo chiave da lui giocato nelle cellule islamiste acquartieratesi a Londra negli anni della sua permanenza nel Regno Unito) aveva intimato ai musulmani di non prendere parte alle celebrazioni cristiane con i loro connazionali battezzati, bollando tale consuetudine condivisa da molti musulmani come una forma di “eresia” contraria al vero Islam. (GV) (Agenzia Fides 3/1/2013)


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