AFRICA/UGANDA - Le ragazze continuano ad essere penalizzate nel campo dell’istruzione

venerdì, 28 settembre 2012

Kamuli (Agenzia Fides) – I bambini che vivono nelle zone rurali dell’Uganda, come Kamuli, una cittadina sulle rive del Lago Kyoga, nella parte centrale del paese, non possono frequentare la scuola nonostante il servizio sia completamente gratuito. I genitori, che sono prevalentemente contadini, non sono infatti in grado di pagare le divise scolastiche, i libri e tutto l’occorrente per l’anno scolastico. Le ragazze, abbandonati gli studi, vengono emarginate e stigmatizzate in quanto, secondo la mentalità della gente, si allontanano dalla scuola a causa di relazioni sessuali. In realtà non hanno scelta perchè gli stessi genitori ritengono che le figlie femmine vadano preparate al matrimonio. Secondo loro, il ruolo di una moglie prevede cucinare per la famiglia e accudire il proprio uomo, di conseguenza non c’è bisogno di alcuna istruzione. Dalle prime statistiche scolastiche 2012 del Ministero per l’Istruzione dell’Uganda, risulta che le ragazze che frequenteranno la scuola secondaria saranno 343 mila, rispetto a 408 mila ragazzi.
Secondo la World Bank, in Uganda, dove si registrano 35 milioni di abitanti, il tasso di alfabetizzazione delle adolescenti tra 15 e 24 anni nel 2010 era dell’84%, rispetto al 90% dei maschi della stessa fascia di età. Sfortunatamente si tratta di una tendenza diffusa in tutto il mondo, dove le ragazze hanno meno opportunità di frequentare la scuola, avere accesso alle cure mediche e all’assistenza alimentare. La coordinatrice del Plan International Programme, ha dichiarato che oltre a pagare la retta scolastica per 54 ragazze che vivono nell’area, le organizzazioni caritative stanno cercando di migliorare l’ambiente interno ed esterno per limitare l’abbandono scolastico ancora troppo elevato e che spesso non è dovuto a problemi di denaro. Oltre il 54% delle ragazze di Kamuli lasciano gli studi prima di aver completato l’intero ciclo. I motivi sono i più svariati: dalle molestie sessuali che subiscono durante il tragitto scolastico, alla mancanza di bagni privati o di denaro per acquistare assorbenti durante il periodo mestruale. Inoltre, quando rimangono incinte, sono costrette ad abbandonare la scuola mentre i padri dei rispettivi bambini possono continuare. (AP) (28/9/2012 Agenzia Fides)


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