AFRICA/BURKINA FASO - Carestia e insicurezza alla base dell’esodo dei profughi dal Mali; il progetto della Camillian Task Force

lunedì, 16 luglio 2012

Dori (Agenzia Fides) – “Carestia e insicurezza sono il movente alla base di questo esodo che, se non ha ancora assunto dimensioni bibliche, sembra essere destinato a crescere”: lo afferma all’Agenzia Fides fratel Luca Perletti, Camilliano, descrivendo la situazione dei profughi del Mali che, fuggiti dal loro paese, stanno trovando rifugio in Burkina Faso. Fratel Luca Perletti e padre Paolo Guarise, Camilliani (MI), sono appena rientrati da una visita alla diocesi di Dori (provincia di Seno), nel nord est del Burkina Faso, per studiare un possibile impegno della Camillian Task Force (CTF) a favore delle popolazioni profughe dal Mali.
In Mali è in corso una offensiva da parte di gruppi integralisti islamici, il cui obiettivo è l’instaurazione di un regime di stretta osservanza. “Per questo motivo, un consistente numero di persone sta scappando verso i Paesi limitrofi, in particolare in Burkina Faso – racconta a Fides fr. Luca -. A stimolare ulteriormente la fuga contribuisce anche la carestia che ha colpito i raccolti dell’anno scorso”.
“Prendendo la diocesi di Dori quale confine geografico del nostro intervento, si osserva che la popolazione profuga è sparsa su una vasta area, tanto che per raggiungere alcuni campi sono necessarie anche 4 ore di macchina – dice a Fides fr. Luca Perletti -. A nostro modo di vedere, l’emergenza è solo nella sua fase iniziale, con una forte presenza di istituzioni sovrastatali deputate alla presa in carico dei profughi. Tra gli obiettivi di questa fase: la creazione di condizioni ottimali di sopravvivenza per quanto riguarda igiene, acqua, salute, cibo; il controllo del territorio, la registrazione dei profughi e l’assegnazione degli spazi; oltre alla prevenzione, assicurare che il flusso migratorio avvenga nel rispetto dei reciproci diritti della popolazione ospite e di coloro che vengono a assumere lo status di profughi”.
“Uno dei prevedibili problemi – prosegue il missionario camilliano - potrebbe essere il conflitto con la popolazione ospite, dedita all’agricoltura di sussistenza ed alla pastorizia in un’area pre-desertica e dall’alto indice di povertà. Il rischio è che il processo migratorio aggravi le condizioni di vita della popolazione locale che già ha subito gli effetti della recente carestia con un magro raccolto. Nel corso della visita abbiamo cercato di comprendere i bisogni prioritari in vista di un possibile coinvolgimento della CTF”.
Il ruolo della CTF sarà quello di integrare lo sforzo degli Organismi già coinvolti, al fine di coprire le aree lasciate scoperte. Nel corso della visita, sono stati stretti contatti in modo particolare con OCADES Dori, la Caritas locale, da tempo impegnata in progetti caritativi e di sviluppo nella diocesi. La zona di Dori è musulmana al 95% e la piccola comunità cristiana ha saputo ritagliarsi uno spazio proprio grazie alle opere di carità e di sviluppo. OCADES è stato scelto come partner della CTF per questo intervento a motivo del suo radicamento sul territorio. Il piano d’azione della CTF, ha ottenuto l’adesione della diocesi e la disponibilità a collaborare anche dalla Vice provincia camilliana del Burkina Faso. Il progetto, che durerà 6 mesi, prende in considerazione tre aree (igiene, alimentazione e salute), si realizzerà nei campi visitati, diversificando i programmi a seconda delle priorità emerse in ognuno di essi. (AP) (16/7/2012 Agenzia Fides)


Condividi: