AMERICA/BRASILE - “Ancora oggi l’Amazzonia è considerata come una colonia”: la voce dei Vescovi contro un modello che non considera la popolazione nativa

giovedì, 5 luglio 2012

Santarem (Agenzia Fides) – “Uno dei problemi affrontati attualmente dalle popolazioni dell'Amazzonia è quello dei grandi progetti che, oltre ad avere un enorme impatto sull'ambiente, generano profitti per alcuni e causano numerosi impatti sociali negativi per le città in cui si realizzano”: questo il tema principale della conferenza stampa tenuta il 3 luglio dal Workshop “San Pio X”, nell’ambito del X Incontro dei Vescovi dell’Amazzonia, che si svolge a Santarém-PA, in Brasile. Sono intervenuti alla conferenza stampa Sua Ecc. Mons. Jesus Maria Berdonces, Vescovo della Prelatura di Cameta e Presidente della Regione brasiliana Nord I; Sua Ecc. Mons. Mosé Joao Pontelo, Vescovo di Cruzerio do Sul e Presidente della Regione Nord-Ovest; Sua Ecc. Mons. Roque Paloschi, Vescovo di Roraima, e mons. Raymond Possidonio, coordinatore della Pastorale dell'Arcidiocesi di Belém e storico.
Mons. Jesus Berdonces ha sottolineato che l'Amazzonia è considerata ancora oggi come una colonia, dove le persone vengono, prendono la materia prima, si arricchiscono, e poi se ne vanno. “Questo è un modello capitalistico, adottato dal governo nella regione dell’Amazzonia, che non tiene conto delle persone che vivono lì. Per loro la gente è solo un dettaglio che ostacola lo sviluppo” si legge nella nota inviata dalla Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB) all’Agenzia Fides. Ma esiste anche un altro modello raccomandato dalla Chiesa, il cui obbiettivo sono le persone che si trovano in Amazzonia: "La Chiesa sostiene la promozione dell'agricoltura familiare, sostiene che i profitti della ricchezza (sia mineraria che dell’agricoltura) debbano rimanere in Amazzonia, e che le persone debbano essere coinvolte".
Mons. Roque Paloschi ha sottolineato l’importanza di sapere chi stia godendo i profitti di questi grandi progetti, che oltre ad avere la benedizione del governo, sono finanziati con denaro pubblico. Ha fatto inoltre notare che le popolazioni non hanno garanzie e le loro terre sono quasi sempre utilizzate arbitrariamente per qualche “business agricolo” e da gruppi economici che arrivano nella zona. Mons. Mosé Joao Pontelo ha denunciato che i problemi ci sono, e richiedono la responsabilità e l'intervento dei Pastori, che sono i leader della Chiesa in questa zona. Ha detto anche che l'attuale incontro di Santarém segna la strada da seguire nei prossimi cinque anni.
La X riunione dei Vescovi preparerà un documento, come conclusione finale, e tre lettere, indirizzate ai governanti degli Stati dell'Amazzonia, al Popolo di Dio e al Santo Padre Benedetto XVI. (CE) (Agenzia Fides, 05/07/2012)


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