ASIA/YEMEN - Il matrimonio precoce alimenta gli abusi su bambine e giovani donne, limita l’accesso all’istruzione e pregiudica la loro salute

venerdì, 9 dicembre 2011

Sana'a (Agenzia Fides) - La tanto diffusa pratica del matrimonio infantile in paesi come lo Yemen, mette a rischio l’accesso all’istruzione per le bambine yemenite, pregiudica la loro salute e le colloca in una posizione di seconda classe. E’ quanto emerge nel recente rapporto di Human Rights Watch “How Come You Allow Little Girls to Get Married?: Child Marriage in Yemen”, che documenta i danni permanenti alle bambine obbligate dalle rispettive famiglie a sposarsi da piccole. La crisi politica che ha colpito lo Yemen ha fatto trascurare problemi pur gravi come questo o l’uguaglianza tra uomo e donna. Secondo i dati del Governo e delle Nazioni Unite, circa il 14% delle bambine del paese si sposa prima di aver compiuto 15 anni e il 52% prima dei 18. In alcune zone rurali, ci sono bambine già sposate a 8 anni e con uomini molto più grandi. Da un altro studio condotto nello Yemen risulta che molti genitori nelle zone rurali fanno interrompere gli studi alle figlie all’età di 9 anni per farsi aiutare in casa, accudire i fratelli più piccoli e per farle sposare. Inoltre spesso queste piccole “donne” subiscono violenza fisica e verbale nello stesso ambiente domestico. Il Governo dovrebbe attuare misure legislative per fissare l’età minima per poter contrarre matrimonio a 18 anni e promuovere maggiore consapevolezza sui danni causati dai quelli precoci. Molti altri paesi di Medio Oriente e Nord Africa dove, come nello Yemen, la Sharia è una fonte di diritto, hanno fissato l’età minima per contrarre matrimonio a 18 anni, sia per i bambini che per le bambine, secondo le norme e i trattati internazionali. Anche lo Yemen aderisce ad una serie di trattati e convenzioni internazionali che vietano esplicitamente il matrimonio infantile e richiedono ai suoi membri di prendere le dovute misure al fine di eliminare questa pratica, ma finora sono ancora tanti gli episodi registrati. (AP) (9/12/2011 Agenzia Fides)


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