AFRICA/LIBERIA - “Se si vuole unire il Paese occorre ripartire dai più poveri”: un missionario sulla rielezione di Ellen Johnson Sirleaf

venerdì, 11 novembre 2011

Monrovia (Agenzia Fides) - “Anche sui media internazionali ci si chiede quale credibilità abbia un’elezione nella quale hanno votato solo il 37% degli elettori” dice all’Agenzia Fides p. Mauro Armanino, della Società delle Missioni africane (SMA), che ha vissuto per diversi anni in Liberia, dove la Presidente uscente Ellen Johnson Sirleaf ha vinto il ballottaggio presidenziale, boicottato però dall’altro contendente Winston Tubman, che aveva invitato gli elettori a non votare per presunti brogli commessi nel primo turno (vedi Fides 8 e 9/11/2011).
Anche la scelta da parte della Sirleaf di chiedere i voti di Prince Jonhnson per vincere il secondo turno è stata criticata da molti. Jonhnson è stato fino al 1989 un ex alleato di Charles Taylor (a sua volta sotto processo per il suo coinvolgimento nei crimini di guerra nella confinante Sierra Leone), quando questi era leader del National Patriotic Front of Liberia (NPFL). Nel 1990 Jonhnson ha creato una sua milizia, l’Independent National Patriotic Front of Liberia (INPFL), che nel corso della guerra civile conquistò la capitale Monrovia. Jonhnson è accusato di aver assistito personalmente all’uccisione dell’ex Presidente Samuel Doe da parte dei suoi sottoposti nel settembre 1990.
Jonhnson, che si è presentato al primo turno delle elezioni presidenziali, ha poi deciso di appoggiare la Sirleaf al secondo turno. Sia Sirleaf che Jonhnson sono stati inclusi nella lista delle 50 persone coinvolte nella guerra civile che, secondo le raccomandazioni del rapporto finale 2009 della “Commissione Verità e Riconciliazione”, non dovrebbero assumere incarichi politici nei prossimi 30 anni. La “Commissione Verità e Riconciliazione” fu creata in base agli accordi di pace del 2003 che misero fine alla guerra civile.
“Come si può pensare di unire il Paese appoggiandosi a una persona come Jonhnson” si chiede p. Armanino. “Si è fatto solo un calcolo politico per ottenere i voti della Contea Nimba, dalla quale Jonhnson proviene. Questa contea è importante perché è la più popolata ed è stata fonte di instabilità in passato. La Sirleaf vuole ‘recuperare’ questa Contea per unire il Paese. Ma come ho già detto (vedi Fides 8/11/2011), queste elezioni dividono il Paese. Se si vuole unire il Paese - continua il missionario - bisogno giocare non a livello etnico ma politico, ripartendo dai poveri, cosa che non è stata fatta nel modo più assoluto in questi anni, se non indirettamente, assicurando quel minimo di stabilità necessaria per attuare qualsiasi progetto di sviluppo”.
“Il fatto che non si spari più è notevole, ma il prezzo di tutto questo è la presenza ininterrotta, dal 2003, di migliaia di militari stranieri, prima dell’Africa Occidentale poi dell’ONU. Una presenza che continua anche per l’instabilità nelle vicine Costa d’Avorio e Guinea Conakry. Essere una democrazia che ha bisogno di 12-13mila Caschi Blu in un Paese che conta 4 milioni di abitanti, è una cosa che fa pensare” conclude p. Armanino. (L.M.) (Agenzia Fides 11/11/2011)


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