AFRICA/ZIMBABWE - Migliaia di bambine e ragazze costrette ad abbandonare la scuola

martedì, 8 novembre 2011

Harare (Agenzia Fides) - Povertà, abusi e tradizioni culturali impediscono di frequentare la scuola elementare ad un terzo delle bambine dello Zimbabwe e quella secondaria al 67%, negando loro una istruzione di base. Secondo un recente studio condotto dalla Plan international, Ong impegnata contro la povertà infantile, le molestie e gli abusi sessuali anche da parte degli insegnanti e dei genitori, le difficoltà culturali, la mancanza di tasse scolastiche, i matrimoni e le gravidanze precoci, gli impegni dei genitori, sono alcuni dei fattori che contribuiscono all’abbandono scolastico delle bambine.
Secondo lo studio, dal titolo "Because I am a Girl", le lunghe distanze che i bambini delle zone rurali devono percorrere per raggiungere la scuola, e il grande peso sopportato dalle bambine che spesso, dopo la morte dei genitori, devono assumersi la responsabilità della famiglia, sono altri fattori che contribuiscono ad elevare il tasso di abbandono scolastico. A causa di un programma governativo di sgombero forzato del 2005, conosciuto come “Operation Murambatsvina”, sono state sfrattate circa 700 mila persone provenienti dalle aree urbane di tutto il paese, aggravando le difficoltà di accesso all’istruzione per le bambine delle famiglie coinvolte.
Nel rapporto del 2011 ''Left Behind: The Impact of Zimbabwe's Forced Evictions on the Right to Education'', Amnesty International documenta come gli sfratti abbiano interrotto la frequenza scolastica di circa 222 mila bambini. Nel corso dell’Operazione Murambatsvina molte famiglie sono state allontanate con la forza verso zone rurali e campi provvisori senza strutture per l’istruzione e, in alcune aree, gli edifici scolastici sono stati addirittura distrutti. A causa della sospensione dell’approvvigionamento di molti mezzi di sostentamento le famiglie non si possono più permettere di pagare le tasse scolastiche.
Nel rapporto di Amnesty International risulta che molte ragazze di Hopley, un insediamento abusivo, si prostituiscono con uomini più anziani o sposati, dopo essere state allontanate dalle loro case e dopo che il governo non ha più provveduto a re-iscriverle a scuola. L’operazione Murambatsvina ha inflitto un duro colpo al diritto all’istruzione per le persone colpite, che erano già tra le più indigenti e svantaggiate dello Zimbabwe.
Il sistema educativo del paese, una volta considerato un modello per gli altri paesi africani, è in costante calo negli ultimi dieci anni a causa della crisi economica. In molte scuole mancano i libri di testo e i materiali didattici. Nel 2009 il governo, in collaborazione con altre agenzie umanitarie e delle Nazioni Unite, ha promosso l’Education Transition Fund, per contrastare la carenza di materiale didattico nelle scuole. Una seconda fase del programma è stata appena lanciata e si concentrerà sull’accesso ad una istruzione equa e di qualità per tutti i bambini, in particolare rispondendo alle disparità di genere degli studenti delle scuole secondarie, e offrendo a quelli che non frequentano la scuola una seconda opportunità. (AP) (8/11/2011 Agenzia Fides)


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