AFRICA/ZIMBABWE - I Vescovi dell’Africa australe preoccupati per la situazione dello Zimbabwe

martedì, 22 febbraio 2011

Harare (Agenzia Fides) – “Ci rivolgiamo ai leader della SADC (South African Development Community) in un momento critico nella vita della nazione dello Zimbabwe” scrivono i Vescovi dell’IMBISA (Inter-Regional Meeting of the Bishops of Southern Africa, che riunisce i Vescovi di Angola, Botswana, Lesotho, Namibia, Mozambico, Sao Tome e Principe, Sudafrica e Zimbabwe) al termine della loro 9° Sessione Plenaria.
In un comunicato inviato all’Agenzia Fides i membri dell’IMBISA ricordano “il ruolo importante che la SADC ha avuto nel facilitare il Global Political Agreement (GPA) che ha portato al governo di unità nazionale”. Del governo di unità nazionale fanno parte sia il partito del Presidente Robert Mugabe sia quello del Premier Morgan Tsvangirai. Quest’ultimo è il principale oppositore di Mugabe. Il duro scontro politico tra le due parti aveva portato ad una grave crisi che è sfociata nella negoziazione del GPA e nella formazione del governo di unità nazionale.
“Tuttavia, due anni dopo la firma dell’accodo, siamo preoccupati per la mancanza di progressi significativi - scrivono i Vescovi dell’IMBISA -: non tutti gli aspetti del GPA sono stati rispettati entro il termine convenuto. Nonostante alcuni miglioramenti, constatiamo che i cittadini dello Zimbabwe continuano a soffrire per l’estrema povertà, gli alti livelli di disoccupazione, gli inadeguati servizi sanitari e dell’istruzione, la mancanza di investimenti e di fiducia nell'economia del Paese. Si tratta di una forma di grave ingiustizia, se si considera la ricchezza del Paese in relazione alle sue risorse umane e materiali”.
Nel 2011 sono previste le elezioni presidenziali e parlamentari. L’IMBISA si mostra preoccupata per le gravi carenze riscontrate nella preparazione della sessione elettorale: la non completa attuazione del GPA; i ritardi del processo di riforma costituzionale (“non si sa quando si terrà il referendum sulla nuova Costituzione”); le liste elettorali che non sono state aggiornate; le pesanti limitazioni alla libertà di associazione e di stampa; sono in crescita le intimidazioni e le violenze mentre la compagnia elettorale entra nel vivo. Quarantasei persone sono state arrestate mentre guardavano le registrazioni video delle proteste in Tunisia ed Egitto, con l’accusa di preparare “attività per sovvertire un governo legittimo”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/2/2011)


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