EUROPA/RUSSIA - Delusione per la sentenza sull’assassinio dei due Gesuiti uccisi a Mosca nell’ottobre 2008

martedì, 1 settembre 2009

Mosca (Agenzia Fides) - Il 25 agosto, a Mosca, è stata emessa la sentenza per l’assassinio dei due gesuiti P. Victor Betancourt e P. Otto Messmer, uccisi tra il 27 ed il 28 ottobre nella loro abitazione di Mosca. I mezzi di comunicazione russi avevano diffuso poche ore dopo il ritrovamento dei corpi, la notizia dell’arresto dell’omicida, uno psicopatico già arrestato in precedenza per altri fatti (vedi Agenzia Fides 31/10/2008; 21/11/2008) che aveva confessato il duplice delitto.
Secondo quanto afferma l’ufficio stampa della Curia generalizia dei Gesuiti, in una nota inviata all’Agenzia Fides, Michail Orekhov è stato condannato a 14 anni di carcere duro per l’uccisione di P. Victor, mentre è stato scagionato da quello di P. Messmer, che al ritorno da un viaggio all’estero aveva scoperto il cadavere di P. Victor. L’accusato, reo-confesso per ambedue i delitti nell’inchiesta preliminare, durante il processo ha cambiato la sua versione dei fatti, affermando che il doppio assassinio fosse stato opera di un’altra persona a lui sconosciuta. Secondo l’ordinamento giudiziario russo, su richiesta dell’accusato, il processo è stato fatto davanti a una giuria popolare.
In un comunicato stampa, i gesuiti della Regione Russa hanno scritto che “il giudizio si è svolto in un’atmosfera seria e professionale ed ha offerto ad ambedue le parti la possibilità di esprimere le loro opinioni, fare delle domande e presentare le loro prove. Le ambigue versioni dell’accusato sui motivi e le circostanze dell’uccisione del Padre Victor Betancourt sono state adeguatamente valutate dai giurati. Allo stesso tempo, il fatto che i giurati non abbiano riconosciuto la colpevolezza di Michail Orekhov per l’uccisione di Padre Otto Messmer, può dare l’impressione che le prove raccolte durante l’istruttoria non siano state sufficientemente convincenti. Rimane quindi il dubbio sulle prove raccolte e sull’ammissione della colpa da parte dell’imputato durante l’istruttoria preliminare.”
I gesuiti della Regione Russa, come del resto i gesuiti di tutto il mondo – prosegue la nota dell’ufficio stampa della Curia generalizia dei gesuiti -, sono profondamente delusi del verdetto e sono convinti che non è stata raggiunta la giustizia riguardo all’uccisione del P. Otto. Insieme con i loro legali stanno quindi pensando alle possibili azioni da intraprendere per arrivare a una maggiore chiarezza sul caso. Nello stesso tempo gli stessi gesuiti della Regione Russa sono grati a tutti coloro che li sostengono nella ricerca della giustizia ed esprimono la loro partecipazione. (SL) (Agenzia Fides 1/9/2009; righe 30, parole 398)


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