AIDS IN AFRICA: UNA LOTTA POSSIBILE - Il documento del Cuamm sull’Aids a cura di Marzia Franzetti, coordinatrice del gruppo Aids

sabato, 3 aprile 2004

Roma (Agenzia Fides) - Il Cuamm, Medici con l’Africa, impegnato per la realizzazione di interventi sanitari nell’Africa sub-sahariana fin dagli anni ‘50, si è trovato coinvolto nel far fronte all’epidemia Hiv/Aids fin dai suoi inizi e ha cercato di dare risposte coerenti con i propri principi di intervento, con le risorse a disposizione e con le politiche sanitarie dei paesi in cui opera.
Da qualche tempo è cresciuto l’interesse internazionale per il problema dell’Aids nei paesi poveri e in particolare in Africa sub-sahariana: l’opinione pubblica si è mobilitata, da più parti è stata denunciata la gravissima ingiustizia dell’inaccessibilità alle cure per l’80% e più dei sieropositivi del pianeta, è stato istituito il Global Fund per la lotta a Aids, tubercolosi e malaria.
Il Cuamm ha sentito l’esigenza di verificare la propria posizione e le proprie strategie nei riguardi dell’Aids, ritenendo che oggi non si possano fare programmi di cooperazione sanitaria senza occuparsi di Aids.
A tal fine si è costituito all’interno dell’organismo un gruppo di persone, competenti nelle varie discipline inerenti alla problematica Aids, che ha avviato un dibattito sull’argomento, coinvolgendo anche altre Ong affini per finalità e campo di intervento. Il primo risultato dell’impegno del gruppo è stata una monografia, edita in italiano e in inglese, sull’Aids nel Sud del mondo, uscita a novembre 2001. Il secondo la produzione di un documento che esprime l’attuale posizione del Cuamm nei confronti del problema Hiv/Aids in Africa, aperta a una costante verifica e a possibili modifiche, sulla base degli sviluppi scientifici e del mutamento della realtà dei paesi sede di intervento.
Il documento non confeziona formule “magiche” per risolvere il problema dell’Aids in Africa: le strategie che ci proponiamo di mettere in atto sono le stesse che suggeriscono l’Oms e le Organizzazioni internazionali specializzate. Piuttosto tenta di adattare i metodi di lotta all’Aids ai paesi, ai contesti e alle situazioni concrete in cui siamo presenti. Non tutto ciò che è auspicabile e sta scritto nelle linee guida è sempre possibile e immediatamente applicabile. Abbiamo indicato alcuni principi e valori generali dai quali non si può prescindere se ci si vuole occupare di Aids in Africa e abbiamo identificato dei pre-requisiti essenziali che devono essere presenti se si vuole impostare correttamente e efficacemente un progetto.
Questi i punti salienti del documento:
 La povertà - di reddito, di educazione, di servizi sanitari e sociali - è il vero determinante della diffusione senza controllo dell’epidemia di Aids in Africa e nel Sud del mondo.
 La lotta all’Aids si identifica quindi con la lotta alla povertà e comporta un grande impegno per la giustizia sociale e per l’equità su scala planetaria.
 Lotta alla povertà nel campo della salute significa, prima di tutto, ricostruzione e rivitalizzazione dei sistemi sanitari locali, che possano essere davvero in grado di rispondere ai bisogni primari di salute della popolazione, senza escludere le fasce più deboli e povere.
 Le attività di lotta all’Aids non vanno pensate come qualcosa a se stante, come progetti verticali, ma vanno integrate nei servizi sanitari di base, nell’ottica della Primary Health Care: solo così saranno davvero accessibili a tutti.
 È indispensabile tenere in gran conto gli aspetti socio-culturali: ogni scelta va effettuata con attenzione al contesto locale, in accordo con la popolazione e i suoi rappresentanti istituzionali.
> I progetti riguardanti l’Hiv/Aids vanno quindi pensati in termini multidisciplinari, impiegando competenze mediche e antropologiche per ottimizzare gli interventi “con” la popolazione.
> È fondamentale promuovere e tutelare la posizione della donna, che gioca un ruolo cruciale nelle relazioni sociali e nella gestione della famiglia;
> L’estrema peculiarità dell’epidemia di Hiv/Aids comporta un grave rischio di violazione di diritti umani e di discriminazione degli individui infetti o a rischio di esserlo: la realizzazione di qualsiasi intervento presuppone quindi il rispetto, prima di tutto da parte degli operatori sanitari, della dignità e dei diritti delle persone infettate dal virus Hiv. Il test Hiv non va mai imposto o eseguito all’insaputa del paziente, ma deve essere su base volontaria, preceduto, accompagnato e seguito da adeguato “counselling”: il test volontario (Voluntary Counselling and Testing = Vct) è la chiave d’ingresso per ogni attività di prevenzione e cura.
> Elemento essenziale e irrinunciabile di ogni progetto di lotta all’Aids è il supporto sociale ai malati e alle loro famiglie, con particolare attenzione al problema degli orfani.

Pur nella consapevolezza che le difficoltà sono enormi, il Cuamm è convinto che la lotta all’Aids in Africa è possibile e che si possono mettere in atto azioni appropriate, durature e efficaci per contrastare l’espansione dell’epidemia e contenerne i danni.
Crediamo che l’Africa abbia le risorse umane e il coraggio necessario per affrontare questa sfida: il nostro compito, doveroso e irrinunciabile, è quello di un sostegno concreto e consistente dal punto di vista finanziario e tecnico, ma discreto e rispettoso, scevro da imposizioni e prevaricazioni, in un atteggiamento di vera solidarietà e autentica collaborazione.
(AP) (3/4/2004 Agenzia Fides)


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