ASIA/IRAQ - “La nuova costituzione è un passo positivo per la democrazia e l’unità dell’Iraq. Un esempio per gli altri paesi della regione” dice P. Nizar Semaan, sacerdote iracheno

martedì, 9 marzo 2004

Baghdad (Agenzia Fides)-“È sicuramente un passo positivo sia per l’unità del paese sia per la nascita di un nuovo Iraq, un Iraq civile che rispetti tutte le minoranze” dice all’Agenzia Fides padre Nizar Semaan, sacerdote siriaco della diocesi di Ninive, commentando l’approvazione della nuova costituzione irachena. “Ha prevalso la visione di un Iraq laico ma con valori religiosi, perché la laicità non è contro la religione” afferma p. Nizar. “Questa costituzione può essere una solida base per un futuro di democrazia nel mio paese, in cui prevalga il rispetto per ogni uomo al di là della sua appartenenza religiosa o etica” aggiunge il sacerdote iracheno. “ Per noi cristiani il fatto più importante è che questa costituzione non è basato sulla legge islamica”.
“Penso che questa costituzione sarà un esempio per tutto il Medio Oriente. Gli iracheni devono sentirsi orgogliosi di avere una costituzione come questa che pone le basi per la convivenza civile nonostante le diversità di etnia e religione. Oggi nel nuovo Iraq non ci sono più cittadini di primo e di secondo grado, ma tutti sono uguale nei diritti e nei doveri. La speranza per noi cristiani è quella di sentirsi più sicuri e più liberi di vivere la nostra fede. Desideriamo essere parte attiva nel costruire il nuovo Iraq”.
La costituzione ad interim irachena è stata firmata ieri, 8 marzo, dai 25 membri del Consiglio di Governo. Il testo è costituito da 62 articoli e stabilisce le regole per la gestione del Paese dal 30 giugno, data del passaggio di sovranità dell'Iraq a un governo provvisorio. Il testo sancisce uguali diritti per tutti i cittadini, senza differenze di sesso, religione o identità culturale. La visione dell'Iraq stabilita dalla costituzione prevede un paese pluralista, democratico e federale, nel quale i suoi cittadini avranno il diritto d'istituire partiti e associazioni professionali. L'Islam viene considerato come religione dello Stato, ma non come unica fonte delle leggi. Durante la transizione non potrà essere approvata nessuna legge che contraddica i principi dell'Islam, della democrazia e dei diritti umani. Per la prima volta in un Paese arabo viene fissato l'obiettivo, non vincolante, della presenza di un 25% di donne fra i deputati del Parlamento. (L.M.) (Agenzia Fides 9/3/2004, righe 30 parole 396)


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