ASIA/IRAN - Domani elezioni parlamentari in Iran. Incertezza sull’affluenza: si prevede una forte astensione delle donne e dei giovani

giovedì, 19 febbraio 2004

Teheran (Agenzia Fides)- L’Iran vive l’attesa delle elezioni legislative di domani, 20 febbraio, in un clima di profonda incertezza. I maggiori partiti riformisti hanno infatti dichiarato di boicottare la consultazione elettorale. Diversi esponenti riformisti hanno lanciato un appello al boicottaggio del voto e 679 candidati ammessi dal Consiglio dei Guardiani si sono ritirati. Secondo osservatori internazionali si prospetta un’affluenza alle urne molto bassa, vista anche la diffusa disaffezione verso la politica. Secondo stime governative solo il 30% degli aventi diritto al voto andranno alle urne. Questa percentuale è destinata a scendere al 10% a Teheran.
Il Consiglio dei Guardiani, organo conservatore non eletto, aveva escluso dalla corsa elettorale quasi un terzo dei candidati, lasciandone in lizza 5.625. Ieri, decine di deputati riformisti non ammessi alla competizione elettorale hanno inviato una lettera alla Guida Suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei, in cui insinuano che, dopo aver chiesto ai Guardiani di riesaminare le candidature, sia stato poi lo stesso leader del regime a invitarli a mantenere le bocciature. I sondaggi su quanti iraniani andranno a votare fioriscono su ogni pubblicazione, con risultati spesso molto diversi, ma comunque in generale molto al di sotto dai dati registrati nelle ultime consultazioni presidenziali e parlamentari, quando la partecipazione popolare era sostenuta dalle speranze di riforme democratiche promesse dal presidente della Repubblica Mohammad Khatami. E diverse opinioni arrivano a scontrarsi addirittura sul numero degli aventi diritto.
Il ministero dell'interno, ha detto che coloro che sono chiamati alle urne venerdì sono poco più di 46 milioni. Secondo alcuni organi di stampa, legati ai circoli conservatori, invece, gli elettori sono meno di 42 milioni. Alcuni esponenti dell’ala riformista, infine, affermano che gli aventi diritto al voto sono più di 48 milioni. Così, nel primo caso la partecipazione risulterebbe più elevata, e nel secondo, invece, inferiore.
Le elezioni precedenti hanno visto un’affluenza alle urne del 60% nelle parlamentari del1988, del 55% nelle elezioni presidenziali del 1989, vinte da Akbar Hashemi Rafsanjani. Nelle elezioni parlamentari 1992, l’affluenza fu del 69%, mentre nelle Presidenziali del 1993, che videro la rielezioni di Rafsanjani, si notò un calo. Infatti solo il 50% degli elettori andò a votare. Con le aperture democratiche del regime l’affluenza al voto aumentò. Le elezioni parlamentari del 1996, il 68% degli elettori andò a votare. Le presidenziali 1997 ottenero la più alta percentuale dell'ultimo decennio, grazie alla partecipazione al voto di asti strati della società che erano rimasti indifferenti verso il regime. In queste elezioni si registrò l’80% delle affluenze; venne eletto l’attuale Presidente Mohammad Khatami sulla base di un programma i riforme democratiche. Da ricordare le elezioni municipali del 1999, le prime elezioni locali nella storia della Repubblica islamica, dove il 60% degli elettori si recò alle urne.
Le ultime elezioni hanno visto un’affluenza del 70% nelle parlamentari del 2000, del 67% nelle presidenziali del 2001, che hanno riconfermato Khatami. Nelle municipali del 2003, si ottenne un risultato del 50% a livello nazionale, ma nelle grandi città si ebbe un crollo del numero degli elettori, delusi dal blocco del processo di riforme. A Teheran nemmeno il 15% degli elettori andò a votare. (L.M.) (Agenzia Fides 19/2/2004, righe 42 parole 531 )


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