AFRICA/SOMALIA - RAGGIUNTO UN ACCORDO PER RIPORTARE LA PACE IN SOMALIA: GOVERNO DI TRANSIZIONE, PARLAMENTO NOMINATO DAI CAPI LOCALI, NUOVA COSTITUZIONE FEDERALE

venerdì, 30 gennaio 2004

Mogadiscio (Agenzia Fides)- Raggiunto un accordo per riportare la pace in Somalia. Lo hanno firmato, ieri, 29 gennaio, 42 rappresentanti delle diverse fazioni somale riuniti a Nairobi, capitale del Kenya I punti principali dell’intesa prevedono la formazione di un governo di transizione che resterà in carica cinque anni; la costituzione di un Parlamento con 275 deputati (al posto di 350 come era stato previsto in un primo momento), nominati dai capi locali e dai gruppi politici; una nuova Costituzione federale che sarà sottoposta al vaglio di un referendum. In base all’accordo verrà applicato e rafforzato il cessate il fuoco raggiunto nell’ottobre 2002, non più rispettato da tempo. Nei combattimenti esplosi tra le varie fazioni negli ultimi mesi sono morte oltre 300 persone.
Per potere svolgere il referendum è previsto un censimento, dato che non si conosce la consistenza della popolazione somala, né l’esatta distribuzione geografica dei somali . Secondo calcoli approssimativi la Somalia dovrebbe avere tra i 9 e i 10 milioni di abitanti.
L’accordo di ieri è stato firmato dal Governo di Transizione Nazionale (TNG), che, a dispetto del nome, controlla solo una zona di Mogadiscio, dal Consiglio di Salvezza Nazionale (NSC), dal Consiglio Somalo per la Ricostruzione e la Riconciliazione (CSRR). Questi gruppi oltre a riprodurre divisione claniche interne alla Somalia, sono portatori di interessi regionali diversi. Il TNG, ad esempio, è appoggiato dagli Stati arabi, mentre il CSRR dall’Etiopia, il potente vicino che da secoli cerca di influire sugli avvenimenti somali.
Il governo di Kenya e l’Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo (IGAD), organismo che raggruppa 6 paesi dell’Africa Orientale, hanno mediato l’accordo. Altrettanto importante è il contributo dell’Unione Europea che si è impegnata a fornire appoggio politico e finanziario al nuovo governo somalo.
Dal gennaio 1991, quando l’ex dittaturo Siad Barre è stato rovesciato, lo stato somalo è collassato e il paese vive in un’anarchia profonda. Le milizie armate dei diversi clan e sottoclan si sono divisi il territori con la forza. La Somalia è divisa attualmente in almeno 3 parti. Nel nord vi è la repubblica del “Somaliland”, dichiaratasi indipendente 10 anni fa, non riconosciuta dalla comunità internazionale. In questa area si è creata una certa stabilità, soprattutto nella parte centro occidentale. Il Somaliland non ha preso parte agli accordi firmati ieri a Nairobi.
Nella parte nord-orientale, negli ultimi 3 o 4 anni si è creata una zona di relativa sicurezza che ha portato alla fondazione del “Puntland”. Si tratta di un’amministrazione locale provvisoria che non ha mire di indipendenza. I rappresentanti del “Puntland” infatti hanno firmato le intese di Nairobi. In questo modo la regione rientra a far parte a tutti gli effetti della Somalia.
La parte centro-sud, quella più abitata e potenzialmente più ricca, è la zona del paese che non era finora riuscita a esprimere un’amministrazione stabile. (L.M.) (Agenzia Fide s 30/1/2004, righe 41 parole 489)


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