ASIA/HONG KONG - UNA DELLE PISTE PER FERMARE I FOCOLAI DI INFEZIONE ANIMALE-UOMO: MAGGIORI ISPEZIONI VETERINARIE E STOP AGLI ANIMALI PORTATI VIVI E MACELATI NEI MERCATI

giovedì, 15 gennaio 2004

Hong Kong (Agenzia Fides) – La gente di Hong Kong è preparata a rispondere con prontezza a qualsiasi allarme ma attualmente non è in agitazione. Fonti di Fides nella Chiesa locale di Hong Kong raccontano che “esiste un po’ di preoccupazione per i due nuovi casi di Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome) registrati nel cantonese, ma la situazione è ben diversa rispetto allo scorso anno: oggi tutto è sotto controllo e non sembra esserci pericolo di un’epidemia, che scoppiò anche per il silenzio e gli indugi del governo cinese”. Quello che invece sta tornando in mente ai cittadini dell’ex-colonia in questi giorni, leggendo le notizie sulla “influenza dei polli” che ha colpito finora il Vietnam e la Corea, è il brutto ricordo della malattia del pollame di Hong Kong che accadde nel 1997-98.
In entrambi i casi, alcuni ricercatori hanno notato che la possibilità di trasmettere virus dall’animale all’uomo può ricollegarsi con alcune abitudini culturali e alimentari in voga nei paesi asiatici.
Sulle origini dell’epidemia di Sars, scoppiata in Cina, e sulle dinamiche dell’evolversi del contagio, gli osservatori sostengono che il trattamento riservato agli animali destinati all’alimentazione umana è uno dei fattori che appare determinante per la nascita e l’evoluzione del coronavirus della Sars. Le scarse condizioni igieniche dei mercati alimentari, l’ammassamento degli animali domestici e selvatici spesso feriti, agonizzanti o morenti in piccole gabbie di ferro, la macellazione di fronte all’acquirente e senza controlli veterinari sono fattori che possono aver contribuito allo scoppio del primo focolaio di infezione.
Questa consuetudini alimentari dovrebbero quanto prima essere vietate ed i mercati di animali selvatici e domestici dovrebbero essere rigidamente controllati per scongiurare futuri nuovi focolai infettivi ed epidemie.
Non è ancora possibile affermare con certezza, affermano i ricercatori, se uno di questi animali abbia diffuso il virus all'uomo o se sia stato l'uomo a contagiare gli animali. Ma la scoperta rafforza il legame tra fauna selvatica (in particolare per la Sars si tratta dello zibetto) e malattia nell'uomo. I cinesi si nutrono di carne di zibetto: l'uomo potrebbe essersi contagiato durante le fasi di macellazione e preparazione delle carni.
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha dichiarato che non è ancora possibile arrivare a conclusioni accertate. Gli zibetti potrebbero essere gli animali serbatoio dell'infezione, e altre specie potrebbero fungere da ospiti amplificatori, come avviene per altri virus che hanno fatto il salto di specie animale-uomo.
(Agenzia Fides 15/1/2004 lines 43 words 433)


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