AFRICA/BURUNDI - SCHEDA: 10 ANNI DI GUERRA

martedì, 21 ottobre 2003

Bujumbura (Agenzia Fides)- Oltre 300mila civili uccisi. È il bilancio di 10 anni di guerra in Burundi, scoppiata il 21 ottobre del 1993, quando un gruppo un gruppo di militari ribelli uccise Melchior Ndadaye, primo presidente della Repubblica del Burundi eletto democraticamente, insieme ad 150mila persone, la maggior parte delle quali civili innocenti.
Ndadaye, un hutu, era osteggiato da una parte dell’esercito, composto in gran parte da tutsi. Gli hutu rappresentano la maggior parte della popolazione del paese (85%), ma la minoranza tutsi (14%) ha fin dall’indipendenza esercito una forte influenza a livello politico, grazie al controllo dell’esercito.
Dopo il massacro dell’ottobre 1993, gli hutu crearono un gruppo armato, le Forze per la Difesa della Democrazia (FDD), che ottenne il supporto finanziario del FRODEBU, un partito politico hutu fondato nel 1986, il cui programma è quello di opporsi anche con la forza a quello che definisce lo sfruttamento degli hutu da parte dei tutsi.
In seguito l’FDD si è diviso in due parti, mentre un altro gruppo di hutu, guidati da Cossan Kabura ha costituito un’altra formazione di guerriglia, le Forze di Liberazione Nazionale (FLN). Di fronte all’offensiva della guerriglia, l’esercito del Burundi ha lanciato un serie di campagne militari e organizzato campi di raccolta degli sfollati allo scopo di tagliare i legami tra FDD e FNL e la popolazione civile. Si calcola che sono oltre 260mila le persone costrette a rifugiarsi nei campi di raccolta, dove dipendono dall’aiuto internazionale.
La comunità internazionale si è mobilitata per porre termine al conflitto. Un primo risultato di rilievo è stato ottenuto con gli accordi di Arusha (Tanzania) dell’agosto 2000, grazie alle trattative avviate sotto l’egida della comunità internazionale e con la mediazione dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela. Ai colloqui di pace avevano partecipato 10 partiti Tutsi, raccolti sotto la sigla G10, e 7 partiti Hutu (G7). Non erano però presenti i principali gruppi della guerriglia, (FDD) e (FNL). Gli accordi di Arusha prevedono la costituzione di un governo di unità nazionale con un presidente Tutsi e un vicepresidente Hutu per i primi 18 mesi con uno scambio dei ruoli nei 18 mesi successivi. Il 1° maggio di quest’anno si è svolto regolarmente il passaggio di consegne tra l’ex Presidente tutsi Pierre Buyoya e il nuovo Presidente, l’hutu Domitien Ndayizeye. Le elezioni sono previste per il 2004.
Finalmente ‘8 ottobre del 2003 a Pretoria (Sudafrica) il Presidente burundese Domitien Ndayizeye e il leader del FDD, Pierre Nkurunziza, hanno firmato un accordo di pace che prevede la cessazione immediata delle ostilità tra l’esercito e le forze del FDD. I ribelli ottengono la vicepresidenza della Repubblica, quattro ministeri, il 40% dei posti degli ufficiali dell’esercito e il 35% di quelli della gendarmeria.
(L.M.) (Agenzia Fides 21/10/2003, righe 37 parole 455)


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