AFRICA/NIGERIA - "LE ELEZIONI LEGISLATIVE SI SONO SVOLTE IN UN CLIMA POSITIVO, LE TEMUTE VIOLENZE NON CI SONO STATE" DICE L'ARCIVESCOVO DI ABUJA. IL PAESE INTANTO SI PREPARA ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI DI SABATO 19

lunedì, 14 aprile 2003

Lagos (Agenzia Fides)- "La consultazione elettorale ha avuto un andamento positivo. I temuti scontri violenti non si sono verificati" dice all'Agenzia Fides mons. John Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja commentando le elezioni legislative tenutesi sabato 12 aprile. "Abbiamo pregato molto perché tutto si svolgesse nella calma, e grazie a Dio, le nostre preghiere sono state esaudite. Qualche problema si è verificato, come alcuni ritardi nelle procedure di apertura dei seggi, ma i nigeriani hanno dato prova di grande pazienza e senso di responsabilità".
I primi dati elettorali vedono in testa il partito del Presidente Olusegun Obasanjo, il People's Democratic Party (PDP), negli stati meridionali, mentre a nord il principale partito dell'opposizione l'All Nigerian People Party (ANPP), ha conquistato diversi voti. "È troppo presto per commentare i risultanti elettorali" dice mons. Onaiyekan. "L'importante è che essi rispecchino la volontà popolare. Per il momento non parlerei di polarizzazione del voto, tra un sud vicino al Presidente e un nord che si oppone. Al sud vi sono persone che votano per l'opposizione e al nord chi vota per il Presidente. Non esiste una demarcazione netta tra nord e sud. Non vi sono inoltre differenze sul piano ideologico tra i due partiti e la gente sceglie in base alla personalità dei candidati, più che in base al programma dei partiti. I due partiti ad esempio hanno preferito non affrontare la questione dell'introduzione della Sharia durante il dibattito elettorale. Per questo alle prossime elezioni presidenziali molte persone non voteranno per lo stesso partito che hanno votato alle elezioni legislative." Il 19 aprile, Sabato Santo, si terranno le elezioni presidenziali Le chiese cristiane avevano cercato di far spostare la data delle consultazione elettorale, ma il governo ha respinto la richiesta (vedi Fides 26 marzo 2003).
In occasione di questo importante evento per il paese Mons. Onaiyekan ha invitato i cattolici nigeriani ad assumersi le proprie responsabilità civili:"Se c'era un tempo in cui i cattolici erano scoraggiati dal partecipare attivamente alla vita politica, ora non è più così, e nessuno ha più alcuna scusa per non essere coinvolto. La nazione ha bisogno dell'impegno e dell'attiva partecipazione di tutti".
L'accorato appello alla partecipazione politica è contenuto nell'introduzione di un opuscolo intitolato "The Kingdom Come. Democracy and politics in Nigeria today", pubblicato dall' Arcidiocesi di Abuja, per dare alcune indicazioni in occasione delle elezioni. L'Arcivescovo sottolinea infatti che "scopo dell'opuscolo è incoraggiare i nostri concittadini, e in particolare i cattolici e i cristiani, a prendersi carico del loro dovere civico di partecipare totalmente nelle decisioni e nel processo che determinano le nostre condizioni di vita quotidiane, e di valutare i candidati alla guida della nostra comunità".
Nella sua introduzione Mons. Onaiyekan afferma che "quando la Nigeria divenne indipendente, nell'ottobre 1960, eravamo pieni di entusiasmo e di grandi speranze per il futuro. Avevamo tutti grandi sogni di una grande Nigeria. Sono passati oltre 40 anni e stiamo ancora sognando". L'Arcivescovo di Abuja ricorda le tragedie che hanno impedito di realizzare questi sogni: soprattutto guerre civili, lunghe dittature militari intervallate da brevi periodi di governi civili. Dal maggio 1999 la Nigeria sta vivendo una nuova stagione democratica. Mons. Onaiyekan ne traccia un primo bilancio: "Vi è stato un significativo progresso nell'area dei diritti civili. Si vedono alcuni progressi nel campo delle infrastrutture. Alcune persone hanno migliorato il loro tenore di vita, specialmente coloro che sono al potere. Ma allo stesso tempo, vi sono molte persone, in effetti la grande maggioranza, che hanno visto poco o nulla di questi benefici, e che sono già stanchi di aspettare. Peggio ancora, non vedono nessun segno che il futuro sarà migliore. A livello nazionale, statale, locale, diverse persone in posizione di potere sembrano comportarsi ancora con la mentalità dei dittatori militari, depredando le risorse della gente con impunità e disinteressandosi delle necessità dei poveri e dei deboli". (L.M.) (Agenzia Fides 14/4/2003 righe 51 parole 662)


Condividi: