AFRICA/SOMALIA - Riconoscimento reciproco tra governo somalo e Corti islamiche che controllano la maggior parte della Somalia

venerdì, 23 giugno 2006

Mogadiscio (Agenzia Fides)- Raggiunto un accordo tra le Corti islamiche e il governo transitorio somalo che prevede una tregua e il riconoscimento reciproco di entrambe le parti.
L’intesa - ha detto il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa, che ha fatto da mediatore - contempla “il reciproco riconoscimento”, mette fine “alle campagne militari e di propaganda..” ed esorta a “ricercare il dialogo senza precondizioni nell'ambito di un riconoscimento reciproco” e a processare “i criminali di guerra”. L’accordo è stato firmato nel pomeriggio di ieri, 22 giugno, a Khartoum, capitale del Sudan. Al termine dei colloqui, e dopo la firma del documento, il Ministro degli esteri somalo, Abdullahi Sheikh Ismail, e il capo della delegazione dei tribunali islamici, Mohamed Ali Ibrahim, si sono abbracciati. Nel testo, firmato dal capo delegazione dei tribunali Ibrahim e dal ministro degli esteri somalo, si lancia un appello alla pace a tutte le fazioni somale. Le Corti islamiche, che dall'inizio del mese controllano gran parte di Mogadiscio, stanno estendendo la loro influenza a gran parte del paese, in guerra civile dal 1991: in molte zone è stata imposta la legge islamica (Sharia).
Le due parti hanno quindi deciso di incontrarsi una seconda volta il 15 luglio, sempre nella capitale sudanese. Il nuovo incontro dovrà risolvere le questioni ancora aperte, in particolare il dispiegamento di truppe di pace straniere e il ritorno a Mogadiscio del governo esiliato a Baidoa. La questione dell’invio di un contingente militare straniero è molto delicata, perché suscita nella popolazione i cattivi ricordi delle precedenti missioni di Stati Uniti e ONU in Somalia.
Il risultato ottenuto a Khartoum è significativo perché fino a ieri ogni tentativo di dialogo tra le due parti era fallito: il governo aveva posto delle precondizioni, le Corti avevano fatto sapere di non accettarne. Fondamentale è stato il lavoro di mediazione svolto dal Sudan, Paese presidente di turno della Lega Araba.
Il governo somalo è guidato da Abdullahi Yusuf, eletto Presidente della Somalia il 10 ottobre 2004 a Nairobi (Kenya) dal Parlamento di transizione somalo (vedi Fides 12 ottobre 2004). L’esecutivo non è finora riuscito a insediarsi a Mogadiscio, la capitale, a causa dell’opposizione delle diverse milizie che fino a poche settimane fa controllavano la città, quando sono state cacciate dai combattenti delle Corti islamiche. Attualmente il governo si riunisce a Baidoa, 250 chilometri a sud della capitale somala. (L.M.) (Agenzia Fides 23/6/2006 righe 33 parole 408)


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