ASIA/INDIA - Introdotta la legge anti-conversioni in Rajastahan: una sconfitta per i diritti umani e per la libertà religiosa, dice “Christian Solidarity Worldwide”

mercoledì, 12 aprile 2006

Jaipur (Agenzia Fides) - E’ una sconfitta per i diritti umani e la libertà religiosa l’introduzione della legge anti-conversione in Rajasthan (India Nord-occidentale), come afferma “Christian Solidarity Worldwide” (CSW), organizzazione internazionale che difende la libertà di coscienza e di religione in tutto il mondo.
Fra gli stati dell’Unione Indiana, simili provvedimenti sono in vigore in Orissa, Madhya Pradesh, Gujarat, Uttar Pradesh, Arunachal Pradesh, Chhattisgarh. Gruppi e associazioni civili e religiose in Rajasthan hanno intenzione di contestare legalmente il testo di legge davanti alla Corte Suprema.
Il documento mette fuori legge “ogni tentativo di convertire una persona da una religione a un’altra, usando la forza, la persuasione o mezzi fraudolenti” e le sanzioni previste vanno dal carcere (“non meno di due anni”) a una multa fino a 50mila rupie.
Si afferma che la legge dovrebbe contribuire a “mantenere l’armonia fra persone di varie religioni”, ma invece si teme che possa generare un effetto contrario, aumentando le tensioni. Infatti, nota CSW, in altri stati dove una legge simile è stata introdotta, i cristiani sono divenuti oggetto di attacchi da parte di estremisti indù, che li accusano di convertire perone “con la forza o con l’inganno”. “Leggi di tal genere - recita un comunicato di CSW - daranno credito a questa retorica, rendendo i cristiani più vulnerabili ad accuse e attacchi”, danneggiando l’armonia interreligiosa.
Infatti i termini usati nel documento sono molto vaghi e possono essere utilizzati per limitare un vasta gamma di attività religiose, spiega CSW, come ad esempio le attività caritative e ogni attività di evangelizzazione. D’altronde non si prevede nulla contro le riconversioni all’induismo.
Secondo gli osservatori, la legge avrà un effetto negativo soprattutto sui dalit: la loro religione viene definita in base a quella dei genitori, e per questo essi non potranno sceglierne una diversa. Viste le limitazioni alle opere di carità e di promozione umana, essi sono destinati a restare in una condizione di subalternità.
CSW afferma che “l’introduzione di tale legge è molto preoccupante ed è un affronto alla Costituzione indiana, che garantisce libertà di religione”, richiamando la comunità internazionale ad alzare la voce per condannare questo provvedimento.
I cristiani in Rajasthan sono circa 100mila su una popolazione complessiva di 70 milioni di persone. (Agenzia Fides 12/4/2006 righe 28 parole 282)


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