VATICANO - Progettare e costruire il tempio di Dio. Un contributo della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa a cura di Sua Ecc. Mons. Mauro Piacenza. “Il battistero”

martedì, 11 aprile 2006

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Gli scavi nella più antica Domus Ecclesiae di Doura Europos (Siria), risalente a metà del III secolo, hanno messo in luce un ambiente destinato alla celebrazione dell’Eucaristia e uno più piccolo, ma interamente decorato, utilizzato per il battesimo. La distinzione di questi due poli spaziali rimase dopo la pace costantiniana, con l’edificazione accanto alle basiliche di un battistero, che solitamente era unico e annesso alla cattedrale. In occidente i primi battisteri noti sono quello Lateranense a Roma e quello annesso alla cattedrale di Santa Tecla a Milano. La struttura ottagonale, molto diffusa anche se non esclusiva, derivante dai mausolei o dagli edifici termali, allude al giorno della Risurrezione, il primo dopo il sabato, ed è quindi cifra di Cristo.
All’interno di tali battisteri la notte di Pasqua i catecumeni erano fatti scendere e risalire da una vasca, ad indicare che “per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6, 3-4). Il fonte battesimale è dunque sepolcro da cui risorgere, grembo materno da cui rinascere (cfr Gv 3, 3-6), lavacro per la purificazione e luogo dell’illuminazione. Dopo avere ricevuto il battesimo e la confermazione, i “neofiti” si recavano in chiesa per assistere per la prima volta all’Eucaristia.
A partire dal Medioevo, l’abbandono del battesimo degli adulti, ha comportato non solo la scomparsa dei battisteri, ma anche l’abbreviamento del rito e la sua celebrazione in qualsiasi momento dell’anno. Anche se molti fonti del Rinascimento e del Barocco sono monumentali e di grandissimo pregio artistico (Basilica Vaticana; Santa Maria Maggiore a Roma), essi generalmente si ridussero di dimensioni, assumendo la forma di coppa di pietra sormontata da un coperchio di legno, che richiamava la pisside eucaristica. Collocati ora in una cappella, in prossimità della porta della chiesa, l’acqua benedetta che conservano non è “viva”, così come la teologia sottolineava del battesimo maggiormente l’aspetto di purificazione dal peccato originale rispetto a quello di rinascita.
La Sacrosanctum Concilium 64-71 con il ripristino del catecumenato e la riforma del rito per il battesimo degli adulti (RICA) e quello dei bambini, ha disposto la benedizione dell’acqua ad ogni celebrazione (ad esclusione del Tempo di Pasqua) e ha chiesto di riconsiderare la costruzione e la disposizione del fonte. Abbandonata ormai la prassi di un battistero autonomo, è invece entrato nell’uso uno spazio battesimale connesso all’aula, con il fonte collocato nell’atrio o in prossimità della porta, ad indicare la natura liminare del battesimo rispetto alla vita cristiana, in ogni caso in un luogo diverso dal presbiterio. Questo polo liturgico deve essere collocato in modo che risulti chiara la connessione con gli altri poli previsti dal rito (ingresso, ambone, altare) facilitando gli spostamenti.
Il fonte battesimale deve essere in sé espressivo del mistero che in esso si compie (rinascita, lavacro, illuminazione). Per tale motivo la sua conformazione, così come la decorazione dello spazio battesimale devono essere ben meditati e affidati ad artisti di valore. È bene che il fonte sia di marmo o di pietra e che l’acqua sia corrente, fredda e calda, per permettere anche il battesimo per immersione, almeno dei bambini. Accanto al fonte deve essere collocato il cero pasquale (eccetto che nel Tempo di Pasqua in cui sta sul presbiterio) su un candeliere che sia dignitoso. Si deve prevedere in questo spazio un sacrario fisso ove riporre gli oli sacri. Per il suo valore deve essere data molta importanza all’illuminazione, sia naturale che artificiale.
Riguardo al programma iconografico, il lezionario del rito offre una scelta molto ampia tra le “figure” del battesimo dell’Antico Testamento e gli episodi battesimali degli Atti degli Apostoli. È da tenere in grande considerazione l’immagine tradizionale del Battesimo di Gesù, per il valore di teofania del mistero di Cristo, che con l’incarnazione assume su di se l’intera umanità per redimerla con la sua croce e risurrezione.  Mauro Piacenza, Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. (Agenzia Fides 11/4/2006, righe 50, parole 669)


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