VATICANO - LA CATECHESI DEL PAPA: INVITO ALLA LODE E PROFESSIONE DI FEDE NEL “SIGNORE REDENTORE” - APPELLO PER LA PACE IN IRAQ E IN AFRICA

giovedì, 10 aprile 2003

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Nel discorso in lingua italiana pronunciato durante l’udienza generale di mercoledì 9 aprile, il Santo Padre - continuando il ciclo di catechesi sui Salmi e i Cantici proposti nella preghiera mattutina delle Lodi - ha commentato il Salmo 134, 1-12: “Lodate il Signore che opera meraviglie”. In apertura si trova il caratteristico invito alla lode, elemento tipico degli inni rivolti al Signore nel Salterio. “L’appello a cantare l’alleluia è indirizzato ai «servi del Signore», che nell’originale ebraico sono presentati come «ritti» nello spazio sacro del tempio, cioè nell’atteggiamento rituale della preghiera – ha spiegato il Papa -. Sono coinvolti nella lode innanzitutto i ministri del culto, sacerdoti e leviti, che vivono e operano «negli atri della casa del nostro Dio». Tuttavia a questi «servi del Signore» sono idealmente associati tutti i fedeli.”
Dopo l’invito alla lode, il Salmista prosegue con una solenne professione di fede. “Innanzitutto si esalta l’operare di Dio in tutto l’universo: Egli è per eccellenza il Signore del cosmo... L’altra componente della professione di fede riguarda la storia della salvezza. Il Dio creatore è riconosciuto ora come il Signore redentore, evocando gli eventi fondamentali della liberazione di Israele dalla schiavitù egiziana.”... “Dio è unico ed è persona che opera e parla, ama e salva: «Grande è il Signore, il nostro Dio sopra tutti gli dèi». Sulla scia di questa professione di fede, anche noi eleviamo la nostra lode a Dio...”

Al termine della catechesi il Papa ha lanciato un appello per la pace in Iraq e in Africa:
“Mentre a Baghdad ed in altri centri dell’Iraq continuano gli scontri con distruzioni e morti, notizie non meno preoccupanti giungono dal continente africano, da cui, nei giorni scorsi, si sono avute informazioni circa massacri ed esecuzioni sommarie. Teatro di questi crimini è stata la tormentata regione dei Grandi Laghi, ed in particolare una zona della Repubblica Democratica del Congo.
Nell’elevare a Dio una fervida preghiera di suffragio per le vittime, rivolgo un accorato appello ai responsabili politici, come pure a tutti gli uomini di buona volontà, affinché si impegnino a far cessare violenze e soprusi, mettendo da parte egoismi personali ed interessi di gruppo, con la fattiva collaborazione della comunità internazionale.
Per questo è da incoraggiare ogni sforzo di riconciliazione fra le popolazioni congolesi, ugandesi e rwandesi, come anche gli sforzi analoghi che sono in corso in Burundi ed in Sudan, sperando che da essi possa sbocciare presto la tanto desiderata pace.” (S.L.) (Agenzia Fides 10/4/2003; Righe 31 – Parole 422)


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