VATICANO - Progettare e costruire il tempio di Dio. Un contributo della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa a cura di Sua Ecc. Mons. Mauro Piacenza. “L’altare”

martedì, 28 marzo 2006

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “L’altare, sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della croce, è anche la mensa del Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la messa; l’altare è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’eucaristia” (OGMR, n. 296).
A questi significati fondamentali - riferiti rispettivamente all’Ultima cena e alla Croce del Golgota - si ispirò fin dalle origini la forma dell’altare cristiano: sostenuta da colonnine “a mensa” o a blocco unico come ara sacrificale. A queste tipologie riporta sostanzialmente la riforma del Concilio Vaticano II, dopo le trasformazioni dei secoli intermedi.
A parte la tipologia dell’altare cubico sormontato da un ciborio, caratteristico delle basiliche paleocristiane e conservatosi in molte chiese, soprattutto a Roma, le esigenze liturgiche del Medioevo produssero gradualmente un altare sempre più spostato verso il fondo del presbiterio (o addossato alle mura delle cappelle laterali), di forma rettangolare e agibile solo dalla parte anteriore, poiché sul lato posteriore era posta una “capsa” con le reliquie di un santo oppure un “dossale” dipinto o scolpito. Le prescrizioni tridentine determinarono la forma definitiva dell’altare cosiddetto “a muro”, addossato alla parete e sormontato da un’ancona dipinta, ovvero staccato dalla parete e ornato di statue, recante al centro il tabernacolo.
Collocato su un presbiterio distinto dall’aula, mediante sopraelevazione o apposite strutture, per indicare la distinzione dei ministri ordinati, ai quali questo luogo è riservato, ma non separato da essa, l’altare deve essere ben visibile da ogni punto della chiesa, poiché vi si svolge il “memoriale” della morte, risurrezione e attesa gloriosa di Cristo. La sua collocazione deve consentire ai ministri di girarvi agevolmente intorno mentre lo incensano e di celebrare rivolgendosi verso l’assemblea. Esso è anche principio ordinatore degli altri arredi: ambone, sede e scranni, custodia eucaristica, quando quest’ultima è collocata nel presbiterio.
L’altare delle nuove chiese deve essere fisso, centrale e unico, perché simbolo di Cristo, unica “pietra angolare” della Chiesa (cfr 1 Pt 2, 4; Ef 2, 20). Per tali ragioni esso generalmente si avvicina alla forma quadrata, in modo che nessuna faccia assuma la funzione di fronte e di retro.
L’altare è destinato a sostenere il libro dei Vangeli fino al termine della Liturgia della Parola e, durante la Liturgia Eucaristica, i vasi sacri sopra il corporale e il Messale; i fiori o i ceri, pertanto, possono trovare posto anche accanto all’altare e comunque esso non deve essere il supporto per oggetti non in relazione con la Messa. Di conseguenza, le dimensioni dell’altare devono essere proporzionate alla sua funzionalità, ma sempre tali da non pregiudicarne l’importanza e la monumentalità.
Per salvaguardarne il simbolismo, è bene che almeno la mensa dell’altare sia di marmo o di altra pietra naturale e che anche il resto sia edificato in materiale solido, dignitoso e lavorato a regola d’arte. I quattro lati visibili possono essere scolpiti o dipinti con soggetti corrispondenti al significato dell’altare stesso, attingibili, ad esempio, all’ampio repertorio scritturistico ed eucologico presente nel Rito della Dedicazione della chiesa e dell’altare. In segno di rispetto e venerazione, esso è rivestito di una tovaglia candida di lino ma anche di altre stoffe impreziosite da ricami.
In prossimità dell’altare è prescritta la presenza di una croce con l’immagine del crocifisso, “per ricordare alla mente dei fedeli la salvifica passione del Signore” (OGMR n. 308); tuttavia questo mistero pasquale può essere evocato anche mediante altre immagini teofaniche, da scegliersi fra quelle selezionate dalla grande tradizione dell’arte liturgica (croce gloriosa, ascensione, Cristo Pantocrator ecc.).
L’altare deve essere dedicato con un apposito rito contenuto nel Pontificale Romano e, in tale occasione, secondo un’antica consuetudine, è lodevole collocare sotto di esso le reliquie dei martiri o di altri santi, per indicare la continuità fra il sacrificio di Cristo e quello della Chiesa unito nella celebrazione della Messa.  Mauro Piacenza, Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. (Agenzia Fides 28/3/2006, righe 54, parole 658)


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