AFRICA/CONGO RD - A 3 mesi dal voto la Repubblica Democratica del Congo vive tra speranze e preoccupazioni per la situazione delle regioni orientali

sabato, 18 marzo 2006

Kinshasa (Agenzia Fides)- La comunità internazionale ribadisce l’impegno ad appoggiare le elezioni generali nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), che si terranno il 18 giugno di quest’anno. Secondo il capo della Missione delle Nazioni Unite nella RDC (MONUC), Jean-Marie Guehenno, il Paese è sufficientemente stabile da permettere il regolare svolgimento delle elezioni.
La MONUC ha dispiegato 17mila “Caschi Blu”, la maggioranza dei quali sono impegnati a disarmare le milizie presenti nell’est del Paese. In effetti, è la situazione nelle regioni orientali della RDC a destare maggiori interrogativi sul corretto svolgimento delle elezioni. Secondo un’analisi dell’IRIN (l’agenzia stampa africana promossa dalle Nazioni Unite), le incognite maggiori riguardano il nord Katanga, il nord e sud Kivu e l’Ituri. In queste regioni non si è ancora riusciti a disarmare le milizie ribelli. In Ituri, nel nord-est del Paese, l’esercito governativo e gli uomini della MONUC hanno avviato diverse operazioni militari per costringere i ribelli a deporre le armi.
Queste operazioni hanno dato risultati parziali e vi sono ancora diverse zone che sfuggono al controllo del governo. La determinazione della comunità internazionale ad affermare il rispetto dei diritti umani nella RDC è comunque confermata dal rinvio a giudizio da parte della Corte Penale Internazionale dell’Aja, di Thomas Lubanga, ex leader dell’Unione Patriottica Congolese (UPC, una milizia che opera nell’Ituri) con l’accusa di aver arruolato a forza diversi bambini.
Secondo gli esperti della IRIN, inoltre, persistono difficoltà nella costituzione del nuovo esercito unificato, che integra gli uomini dell’esercito regolare del Presidente Kabila con gli appartenenti alle diverse milizie che si sono combattute nella guerra civile. I militari, sottopagati o non pagati affatto, in diverse occasioni taglieggiano la popolazione invece di proteggerla, come denunciato anche da diversi esponenti della Chiesa cattolica del Katanga (vedi Fides 17 febbraio 2006).
Un altro problema che potrebbe influire sull’andamento del voto è, sempre secondo l’IRIN, la mancanza di una solida tradizione democratica nel Paese. In pratica, la maggioranza dei congolesi parteciperà per la prima volta a una elezione democratica. Un segnale incoraggiante viene comunque dal referendum costituzionale dello scorso dicembre, che ha visto la maggioranza dei votanti approvare la nuova Costituzione. La Chiesa cattolica è attivamente impegnata nell’educazione civile ed elettorale dei congolesi. Dopo aver aiutato la popolazione a capire il significato del referendum costituzionale, adesso la Chiesa ha avviato diversi programmi in tutto il Paese per preparare i congolesi alle elezioni. (L.M.) (Agenzia Fides 18/3/2006 righe 36 parole 421)


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