AFRICA/COSTA D’AVORIO - “Il perdono è la via maestra della pace” affermano i Vescovi dell’Africa occidentale nel documento conclusivo della loro 16esima Assemblea Plenaria

martedì, 14 febbraio 2006

Abidjan (Agenzia Fides)- “Facciamo appello ai responsabili del governo dei nostri Paesi affinché compiano gesti di unità e di responsabilità perché tutti i poteri vengono da Dio, ed è a Lui che dovremo rendere conto”. Così è Vescovi della Conferenza Episcopale Regionale dell’Africa Occidentale (CERAO) hanno fatto appello ai responsabili politici dei Paesi della regione, nel documento conclusivo della loro 16esima Assemblea Plenaria. L’incontro si è tenuto dal 31 gennaio al 5 febbraio ad Abidjan, la capitale economica della Costa d’Avorio, Paese che da anni è sconvolto da una grave crisi politica.
“Attraverso la condivisione delle notizie sui nostri Paesi” scrivono i Vescovi “abbiamo avuto modo di conoscere la situazione delle popolazioni delle diverse nazioni dell’Africa dell’Ovest. La loro condizione ci spinge in primo luogo ad annunciare Gesù Cristo Principe della pace. In effetti di fronte alle crisi socio-politiche che sconvolgono i nostri Paesi, di fronte allo spettro di una guerra civile sempre pronta a scoppiare, pensiamo che sia urgente e necessario proclamare Gesù Cristo che è la “nostra Pace”.
I Vescovi ricordano infatti che la “pace è l’eredità che Gesù Cristo lascia alla sua Chiesa”, una pace fondata sulla logica del perdono. Ed è proprio il perdono, secondo i membri della CERAO, la via maestra per riportare la pace: “La necessità di perdonare si impone a tutti i cuori alla ricerca della pace e dell’unità. La remissione dei peccati ottenuta da Cristo è forza di perdono; cioè una liberazione dal male che rende possibile un impegno totale di amore. Dobbiamo ricevere e donare questa pace che il mondo non conosce ma della quale ha un grande bisogno”.
“Ai dirigenti delle nostre nazioni e agli uomini di buona volontà, lanciamo un appello al perdono, alla riconciliazione e alla pace. Le popolazioni sono stanche dei conflitti e delle violenze, non chiedono altro che la pace. Dei legami secolari le avvicinano le une alle altre. Sarebbe un tradimento servirsi di queste popolazioni a fini personali, al posto di farsi servitori di esse” si legge nel documento conclusivo dell’Assemblea Plenaria della CERAO.
“L’Africa che è il continente di tutte le sofferenze, e i cui figli sono respinti dappertutto merita di meglio di liti intestine interminabili che sfavoriscono il suo sviluppo e riaprono di continuo le sue numerose piaghe” sottolineano i Vescovi, che invitano tutti a resistere ai mali dell’Africa, e in particolare alle tentazioni etniche, regionali e nazionalistiche.
Citando Papa Benedetto XVI, secondo il quale “il concetto di prossimo è universale” (Deus Caritas est § 15), i Vescovi si chiedono se “la forza dell’Africa non passerà attraverso l’unità dei sui figli. Più che questa considerazione umana, quello che ci spinge a chiedere l’apertura totale all’altro, è la vittoria del Cristo che libera da tutti gli ostacoli e rende libero per un amore senza frontiere”.
“Non servirebbe a niente ai vostri Vescovi creare unione internazionali tra le nostre Chiese, se i cuori dei fedeli restano divisi. Dipende da noi, da voi, che la Chiesa di Gesù Cristo realizzi la sua missione: quella di essere il segno e il mezzo dell’unificazione degli uomini nella nostra regione” concludono i Vescovi della CERAO. (L.M.) (Agenzia Fides 14/2/2006 righe 41 parole 541)


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